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MEDJUGORJE
Si consiglia la visione dei video relativi
a Medjugorje riportati nel nostro sito: www.genitoricattolici.net
Ø La nostalgia di Medjugorje
Ø I giovani e Medjugorje
Ø Dossier scientifico
Ø Videointervista al prof.
Luigi Frigerio
Non è possibile ignorare l’apparizione Mariana più importante di questi
ultimi tempi, ispiratrice del nostro gruppo di preghiera. La Madonna
raccomanda all’umanità di vivere i suoi messaggi.
I principali possono essere così sintetizzati:
- preghiera del Rosario personale e familiare;
- Santa Messa, possibilmente giornaliera
in quanto è un incontro con Dio vivo e vero;
- lettura della Bibbia in famiglia;
- digiuno;
- confessione almeno una volta al mese.
Per ogni informazione su
Medjugorje si consiglia la consultazione del sito ufficiale della Parrocchia di
Medjugorje www.medjugorje.hr/
Venite al Festival Internazionale dei giovani a Medjugorje
Sta arrivando l’estate,
traboccante delle sue novità, delle sue sorprese, dei suoi appuntamenti
annuali con le vacanze. Chi può negare di non rimpiangerla sia durante
l’inverno lavorativo e impegnato che dopo il suo fugace passaggio? Ora, io vi
propongo un’esperienza che vi aiuterà (!!!) a provare maggiore desiderio
perché giungano al più presto possibile i successivi mesi caldi con la loro
possibilità di sperimentarla di nuovo. Del resto, sono convinta che per
conoscere e apprezzare o meno qualsiasi cosa non basti mai un’unica volta:
non siete d’accordo con me nel dire che visionando un film o leggendo un
libro per la prima volta in realtà si passa il tempo a comprendere la trama e
quindi non ci si accorge dei particolari sottili, delle sfumature profonde,
senza i quali un sapore perde metà della sua essenza? Immaginatevi un piccolo
paesino tutto montagne e collinette: pochi abitanti, pochi diversivi, pochi
fronzoli da cittadini viziati. Con un enorme cuore pulsante al suo interno:
un ininterrotto inesauribile flusso di ragazzi di ogni età e provenienza
etnica ( coreani, australiani, libanesi, sudamericani, europei, russi, ucraini,
polacchi, sloveni, cechi, romeni, ungheresi) legati l’uno all’altro dal
vincolo della Fede. Il festival dei giovani che si svolge a Medjugorje ogni
anno dal 31 luglio al 7 agosto è un punto di ritrovo per chi ha deciso di
trovare e provare la vera pace, il vero amore, la vera gioia di esistere e di
capire che non è affatto una certezza quella di divertirsi nel consumismo
(trascorrendo le giornate tra negozi e bar e locali e discoteche) e nel fare
assolutamente qualcosa per sentirsi piacevolmente coinvolti. Per una
settimana, lì, si viene sommersi dalla più totale semplicità e nonostante
questa apparente mancanza del nostro “tutto” necessario e vitale la clessidra
del tempo si volta e si rivolta senza lasciarne traccia. Anzi, è come se si
vivesse sospesi in un’assenza temporale di spiritualità fortissima e
affascinante. Sempre e comunque insieme, unite le anime strettamente,
all’unisono si prega ( tanto sinceramente quanto si ama Colui che si prega) e
si canta, sul Kriezevac e sul Podbrodo, e ci si lascia invadere dalla purezza
delle emozioni trasmesse dalle testimonianze e dallo spettacolo serale dei
ragazzi ex tossicodipendenti guariti dalla terapia cristocentrica dalla
piccola grande suor Elvira, e si respirano le parole impregnate di fede
vissuta degli uomini e delle donne convertiti dall’incontro radioso con Dio,
e ci si entusiasma durante la
S. Messa quotidiana internazionale, che assume le vesti di
una festa religiosa più che della solita Messa che conosciamo e a cui
partecipiamo forse a volte a stento e fatica la domenica, e si medita e si
ama Gesù nell’ora vibrante dell’Adorazione Eucaristica e dell’Adorazione
della Croce. Da scettici, inesorabilmente risucchiati in un vorticoso ritmo
incalzante, si rinasce diversi e fortificati da Qualcosa che non si vede
eppure si percepisce, si tocca, si sente. Sono una ragazza come tanti di voi,
sono come voi: sono giovane e colma di energia e di voglia di vivere: mi
piace divertirmi, scherzare, andare in vacanza, stare con gli amici. E quindi
potete credermi se vi dico che non tornerete uguali se verrete a Medjugorje (
io ci sarò, per la terza volta quest’anno), perché io avevo scommesso con Dio
quattro anni fa che mi sarei annoiata e che mi sarei pentita di essere
partita e ho perso. Dio vince sempre, su tutto e con tutti. Ed è l’unico con
il quale non ci si rammarica di perdere! Vi aspetto…
Cristina M.
DROGA: LA RISPOSTA DEI PAPABOYS
E DELL’ASSOCIAZIONE GENITORI CATTOLICI SI CHIAMA: MEDJOUGORJE
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Di: Cristina Muscio
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RISPOSTA AL PROBLEMA DROGA
- (27 settembre, h.17.40) - Baudelaire, uno dei poeti decadenti, che
scrisse un’opera intera, I Paradisi Artificiali, sull’oppio, sul vino e
sull’hashish, lo sapeva bene: “L'oppio è ciò che non ha limiti, prolunga lo
sconfinato, approfondisce il tempo, scava la voluttà, e di piaceri neri e
torvi riempie l'anima oltre la sua capacità". Ma sapeva altrettanto
bene che egli si abbandonava all’uso di queste sostanze per sfuggire alle
catene della vita, ritrovandosi intrappolato nei lacci più gravi e plumbei
che lo obbligavano a non poter più pensare e comporre senza ricorrere alla
droga. Credeva di non dover più affrontare il tedio e la solitudine
oltrepassando saltuariamente i cancelli dei giardini meravigliosi
dell’hashish e solo alla fine si accorse che il vuoto interiore si era
dilatato ulteriormente, creando in lui una nuova schiavitù.
Tucidide, lo storiografo greco dell’età classica, distingueva per la sua
narrazione storica due livelli di cause degli eventi, ovvero la causa
recente e occasionale e la causa reale e celata, per cui bisogna scavare in
profondità per riconoscerla veramente. Applicando lo stesso concetto alla
droga, tanti sono i motivi superficiali per cui un individuo, molto più
spesso un giovane, inizia un rapporto di familiarità con gli stupefacenti,
più o meno pesanti: per aderire al comportamento uniforme del gruppo di
amici, per divertirsi, per piacere, per sentirsi più sicuro e più forte e
più lucido, per perdere le proprie inibizioni emotive, ecc. Ma la
motivazione effettiva è quella cavità deserta, di cui parlava Baudelaire e
a cui fanno riferimento tutti i ragazzi ex tossicodipendenti della Comunità
Cenacolo di suor Elvira, che serpeggia, attanagliandolo, lo spirito umano.
A cosa giova ad una pianta la florida bellezza dei suoi fiori, se le sue
radici sono irrimediabilmente secche? Quale utilità può ricavare dalle sue
tonalità evanescenti un mare definitivamente inquinato, nel cui ventre
abissale è scomparsa la vita vegetale e animale? E’ risaputo che il Male
s’aggrappa con disperata ostinazione e cattiveria alle nostre debolezze,
pur di allontanarci dalla speranza, dalla luce, dal Bene. Per cui è questa
impressione di situazione senza rimedio, ormai, situazione di disordine
affettivo, di mancanza di valori, di materialità, che spinge tutti coloro
che hanno cominciato a drogarsi a non tornare indietro bensì a proseguire.
Fin quando, un giorno, la bontà di Dio non pone sulla loro strada un Angelo
Custode. Chi non desidererebbe accanto qualcuno che lo ama
incondizionatamente e disinteressatamente; che gli è sempre vicino; che lo
ascolta anche quando è stanco; che lo aiuta nello svolgimento dei suoi
lavori e che li porta a termine lui stesso se l’altro si rifiuta; che gli
dimostra che esiste una parte del mondo dove il principio “dare per avere”
non è mai stato e mai sarà concepito; che gli insegna a percorrere la
strada di un’amicizia non basata sulla quantità di denaro a disposizione di
ognuno; che gli fa dimenticare che cosa significhi la diffidenza e il
soprassalto nel percepire qualcuno alle sue spalle? Questo Angelo Custode è
la risposta più vera al problema droga di cui io sia a conoscenza. Non è un
essere fantastico dell’immaginazione infantile: sono un semplice ragazzo e
una semplice ragazza, ex tossicodipendenti della Comunità Cenacolo di suor
Elvira a Medjugorje, che hanno il compito di accogliere e comprendere,
avendolo già sperimentato sulla loro pelle, il disagio e la dipendenza di
ogni nuovo giovane in arrivo nella loro comunità. Pervasi dall’amore
soprannaturale di Gesù, quell’amore che ha fatto sì che egli si facesse
crocifiggere per la salvezza dell’umanità nella sua totalità, sopportando
ogni sorta di atrocità fisica e morale, essi riescono a distogliere dalla
mente dei drogati l’ossessione della solita quotidiana dose, sostituendola
con il piacere sublime di un nuovo mondo di valori cristiani, della
preghiera del Rosario, della Messa, del lavoro onesto, di una vita priva
del consumismo e degli abusi della ricchezza a cui prima quasi tutti loro
erano abituati. Nella quiete irreale di questa comunità ( che è solo una
delle quarantadue sparse sulla Terra) non si odono i rumori volgari della
televisione, non si discute di ciò che va di moda in quel determinato
periodo e che bisogna assolutamente procurarsi per rimanere al passo con i
tempi: si sono dileguati i ricordi di una famiglia poco, se non per nulla,
disponibile al dialogo e alla condivisione con i figli, perché troppo
impegnata ad accumulare soldi tramite una carriera strepitosa, soldi con i
quali i medesimi figli si sono comprati la loro felicità artificiale, la
morte della loro anima. Nella terapia cristocentrica adottata e diffusa da
suor Elvira, la piccola grande suora fondatrice di tutte queste comunità,
aleggia solamente il profumo dell’amore e della genuinità e della donazione
reciproca: ognuno di loro ha sempre il tempo e la forza per poter prestar
soccorso ad un fratello bisognoso, ognuno di loro ha abbattuto la trincea
difensiva che lo separava dalla illusoria famiglia, dai cosiddetti amici,
dalla gente conosciuta. In Cristo si riscopre la realtà di relazioni umane
concrete, cariche di indistruttibile importanza: in Lui svaniscono le ombre
infernali di stracci di uomini che si sporcano nell’odio e nell’irriverenza
e nello sfruttamento dei propri averi per il proprio essere. Come ha detto
un ex drogato nell’intervista condotta da Silvio durante la settimana del
festival internazionale dei giovani, l’obiettivo della comunità è la
conversione completa del cuore, in quanto il vuoto nasce nel cuore e solo
Gesù può colmarlo, cancellando ogni traccia di egoismo e permettendoti di
assaporare il senso della vita nell’aiuto agli altri. E, come dichiara suor
Elvira, la terapia che propone è assicurata da duemila anni di storia di
Cristo, una terapia di verità, perché la Verità ci farà liberi di quella
libertà che ci farà spaziare nell’universo della pace e dell’amore.
SUL NOSTRO SITO DEI PAPABOYS UNO STRAORDINARIO REPORTAGE CON FOTOGRAFIE E
VIDEO DAL FESTIVAL DEI GIOVANI DI MEDJOUGORJE
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