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Lettera aperta al Ministro della Giustizia

Lettera aperta alle Autorità della Chiesa per Padre Jozo

Il permissivismo e le inutili critiche dei politici

 

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Lettera aperta

 

AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

 

Sig. Ministro è innegabile il Suo attivismo in relazione al problema giustizia e soprattutto è noto il Suo impegno inerente alla più volte auspicata riforma della Giustizia. I mass media riportano alcune indiscrezioni riguardo alla medesima più o meno complete.

Ciò premesso mi permetto, anche a nome di numerosi cittadini che rappresento, di sottoporre alla Sua considerazione alcune riflessioni sul tema giustizia che S. Agostino definiva un cardine della società. Del resto, come Lei ben saprà, la corretta giustizia è un dovere biblico in base al quale molti addetti ai lavori risponderanno nel giorno del Giudizio, dove non conteranno le prerogative di casta, ma solo le “raccomandazioni” dei santi, in particolare dell’Avvocata Nostra.

Lei ha iniziato con il famoso lodo che porta il Suo nome, grazie al quale quattro cariche istituzionali godranno della più assoluta impunità finchè gli interessati manterranno la relativa carica. E di questo, me lo consenta, ai cittadini normali  non importa nulla dato che, in buona parte,  lo considerano soltanto una prerogativa di casta. In proseguo Lei si sta attivando per una riforma della giustizia che, secondo le indiscrezioni apparse sui giornali, poco o nulla migliorerà le sorti del comune cittadino.

Per essere più chiaro faccio riferimento a tre (tra i moltissimi) episodi riportati dalla cronaca recente.

a)      La sentenza di soli 16 anni per colui che ha ucciso barbaramente la fidanzata; sentenza alla cui lettura la madre della povera vittima, prima di svenire, ha gridato “Me l’hanno uccisa due volte” (ritornello purtroppo sentito in occasione di altre sentenze).

b)      Il comportamento di due rom che dopo essersi ubriacati in un bar, hanno aggredito il gestore del medesimo che chiedeva loro di pagare il conto, lo hanno inseguito fino al pronto soccorso, hanno aggredito i medici e gli infermieri presenti; sono stati finalmente bloccati dalle forze dell’ordine, denunciati…. e sono tornati a piede  libero il giorno dopo, nel Paese del bengodi dei delinquenti.

c)      La sentenza Reggiani commentata come segue da un  cittadino scandalizzato che ha scritto anche a noi, basandosi su un articolo de “La Repubblica”,

Omicidio Reggiani: pena ridotta a 29 anni per l'assassino.
Nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte ha condannato il giovane romeno a 29 anni di reclusione, i giudici scrivono: "La Corte, pur valutando la scelleratezza e l' odiosità del fatto, commesso in danno di una donna inerme e, da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che sia l'omicidio, sia la violenza sessuale, limitata alla parziale spoliazione della vittima e ai connessi toccamenti, sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di completa ubriachezza e di ira per un violento recente litigio sostenuto dall'imputato e la fiera resistenza della vittima".
Secondo la terza Corte di assise "in assenza degli stessi (i due fattori contingenti) l'episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi". Mailat, oltre alla condanna detentiva fu condannato anche al pagamento delle spese processuali. Alla parte civile la Corte riconobbe una provvisionale di 500 mila euro.

Insomma per i giudici la vittima è colpevole per la sua tragica fine: il tizio che l'ha aggredita voleva solo rapinarla e palpeggiarla un po', ma la Reggiani ha frustrato le sue pretese con una ostinata difesa; il criminale se l'è presa e l'ha ammazzata di botte. Se la sventata fosse stata più tranquilla e ragionevole, ora sarebbe ancora viva: è sacrosanto allora concedere le attenuanti generiche al suo assassino!

 

Riguardo a tali emblematici episodi non abbiamo udito, salvo errore, la Sua voce di condanna per simili andazzi e il Suo pronto impegno tendente a neutralizzare questa sconcertante giustizia, frutto non solo del modo di ragionare di certi giudici, ma anche di leggi permissive tese a tutelare Caino sacrificando costantemente Abele.

Per non tediarla concludo con una domanda. E’ mai stato nelle aule di giustizia (come semplice e privato cittadino) dove si svolgono i processi civili sia di primo sia di secondo grado (luoghi ironicamente da un legale definiti “mercato” per il movimento umano e i bivacchi davanti ai giudici)? Qualora non l’avesse mai fatto Le suggerisco di provare questa esperienza che interessa milioni di cittadini e non solo i membri della casta. Scoprirebbe come funziona la giustizia e come è costretta ad operare nell’epoca dell’informatica. A proposito, un legale mi ha confidato che in una città del Nord da quattro mesi non si effettuano più esecuzioni in quanto è bloccato l’armadio che contiene i fascicoli processuali. Le confido che mi pareva una barzelletta, ma il legale ha insistito autorevolmente confermandomi la situazione e assicurandomi che è ben nota.

Tanti auguri di un fervido lavoro a favore dei comuni cittadini che pagano le tasse, tirano la carretta, mantengono la casta e quando girano in luoghi pubblici (non godendo di scorta o di gorilla) devono stare bene attenti ai delinquenti vari che, pluridenunciati, sono a piede libero, non pagano le tasse, se si fanno male nelle loro azioni delinquenziali (risse, rapine, stupri, omicidi, accoltellamenti ecc.) vengono curati gratuitamente a spese di Abele e se ne infischiano delle leggi permissive del Bel Paese.

 

Distinti saluti.

 

Ah, dimenticavo. Legga, se vuole, l’articolo “I vigili urbani? Con i rom conciliano sempre” – Libero 15/1/2009 scritto da Renato Farina (membro del Parlamento). Potrebbe essere un utile argomento di conversazione con il Suo collega Ministro dell’interno.

 

 

 

Il Presidente

Dr. Arrigo Muscio

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ASSOCIAZIONE GENITORI CATTOLICI

 

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Brescia, 17/02/2009

 

ALLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

ROMA

FAX 0669883409

 

ALLA CONGREGAZIONE PER IL CLERO

ROMA

FAX 0669884845

 

Oggetto: Padre Jozo

 

Ci è giunta notizia che Padre Jozo abbia annullato tutti gli incontri pubblici previsti per il 2009. A tale riguardo abbiamo ricevuto conferma dai Tour Operator che organizzano pellegrinaggi a Medjugorje. Sembra inoltre, secondo voci, che debba essere confinato in un’isola Jugoslava (fuori quindi dalla portata dei pullman di pellegrini che da tutto il mondo, quando si recano a Medjugorje, effettuano una tappa presso Padre Jozo per ascoltare le sue catechesi).

Naturalmente tale fatto ha suscitato una serie di voci relative alla sospensione degli incontri pubblici da parte di Padre Jozo che possono essere sintetizzate nelle seguenti tesi:

a)      Padre Jozo è ammalato seriamente e non può ricevere nessuno;

b)      Padre Jozo è stato silenziato e confinato in quanto personaggio scomodo.

Ora, se Padre Jozo fosse ammalato è giusto che i numerosi fedeli che gli sono affezionati lo sappiano onde pregare per la sua guarigione, dato che la Chiesa ha bisogno di testimoni del Vangelo in piena forza; soprattutto in questo periodo in cui satana muove violentemente la coda. Non si vede quindi perché tale notizia dovrebbe essere censurata soprattutto se teniamo conto dell’esempio di Papa Giovanni Paolo II che non ha esitato, in occasione dei suoi ricoveri ed interventi ospedalieri, ad affidarsi evangelicamente alle preghiere dei fedeli.

Se invece “la sparizione” pubblica di Padre Jozo fosse da attribuirsi a qualche comando dall’alto desidereremmo conoscerne le motivazioni. Padre Jozo è conosciuto in tutto il mondo come testimone del Vangelo ed apostolo della Regina dei profeti. Chiunque, comprese le Autorità della Chiesa, è in grado di conoscere le sue catechesi (riportate in internet, in audio e videocassette e nei libri) che insistono sul primato di Dio, sull’importanza della preghiera (soprattutto del Santo Rosario), dei sacramenti, della lettura quotidiana della Bibbia, del digiuno, dell’adorazione Eucaristica e della Croce; capisaldi dell’insegnamento perenne della Chiesa. Molte persone hanno testimoniato che grazie alle sue catechesi si sono convertite. Certo, Padre Jozo è un po’ scomodo in quanto essendo “laureato” in comunismo (ha infatti patito le persecuzioni del regime: imprigionato, torturato, sottoposto a finte fucilazioni ecc.), cita spesso l’esempio dei frati martirizzati dai compagni nella sua ultima parrocchia. E’ evidente che ciò provoca allergia tra i numerosi cattocomunisti che a tutti i livelli occupano vari settori della Chiesa. Come del resto provocano allergie le sue catechesi incentrate sugli aspetti prima indicati (rosario, sacramenti ecc.) a quanti hanno abbandonato il Vangelo per seguire le idee massoniche o sociologiche stigmatizzate da diversi Papi.

Se si trattasse quindi di un allontanamento per mera allergia (non supportato quindi da valide e documentate ragioni) chiediamo a codeste Autorità della Chiesa di intervenire per rimuovere gli ostacoli frapposti al dovere di evangelizzazione di Padre Jozo per il bene dei fratelli. Non vorremmo infatti che Padre Jozo sia vittima della discendenza di Giuda.

 

Con ossequi.

 

Il Presidente

Dr. Arrigo Muscio

 

 

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Lettera aperta

 

Il permissivismo e le inutili critiche dei politici

 

Il dilagare degli episodi di cronaca che riportano efferati atti di violenza, in particolare contro le donne, e il permissivismo imperante nella magistratura in forza del quale gli autori di tali nefandezze godono del pronto regime di libertà o quasi, hanno scatenato proteste anche da parte di alcuni politici.

Nulla da eccepire sulle legittime proteste di stigmatizzazione della tolleranza a favore dei Cainiti e a danno degli Abeliani, anche se espresse da forze politiche, ci mancherebbe! La Sacra Scrittura, che pochi leggono e molti disattendono (cristiani compresi), è assai chiara riguardo ai danni del permissivismo (che tutti possiamo constatare), come dimostra la documentazione riportata nel nostro link http://www.genitoricattolici.org/permissivismo.htm . Ciò che invece sconcerta sono le grida dei politici che si limitano alla semplice stigmatizzazione che lascia il tempo che trova.

Ora, è chiaro per tutti che diversi giudici ragionano in maniera assai distante dalle attese dei cittadini a cui appartiene la sovranità (sulla carta!!) – art. 1 Cost.. E’ altrettanto “pacifico” che nonostante le proteste che da più parte si levano contro certe sentenze, i giudici in questione continuano imperterriti nelle loro ordinanze e decisioni in forza delle quali molti delinquenti sono a piede libero, continuano a delinquere e, quando finalmente finiscono in galera (trasformata in molti casi in una specie di collegio che consente la libera uscita), restano in attesa di qualche indultino o di qualche amnistia.

Ciò premesso converrebbe che i politici si decidessero principalmente a:

1)       correggere le leggi assai permissive in forza delle quali il Bel Paese è diventato il Bengodi della delinquenza internazionale e la legge è diventata una libera opinione;

2)      arginare, con leggi correttive, l’ampia discrezionalità di certi giudici che a volte sconfina nella libera interpretazione;

3)      inasprire da un lato le pene per certi reati (ad esempio lo stupro, la pedofilia, la “caccia” al pedone da parte di certi automobilisti, lo spaccio di droga, il bullismo ecc.) e dall’altro lato eliminare per certi reati la possibilità di patteggiamento;

4)      reintrodurre l’arresto obbligatorio in caso di fragranza di determinati reati (furto, rapine, stupri, aggressione ad anziani ecc.)  in modo da togliere discrezionalità ai giudici;

5)      eliminare la tolleranza per i minori sull’esempio di altri Paesi considerati più civili di noi. Del resto, se ad esempio sono “maturi” (sic!) per fare sesso (con tutte le implicazioni che questo può comportare) devono esserlo anche per rispondere dei gravi atti di cui si macchiano;

6)      aumentare i casi in cui procedere per direttissima;

7)      ridurre il divario di pena previsto per molti reati (ad es. da 2 a 6 anni) in forza del quale un giudice appioppa 6 anni ed un altro due per lo stesso reato commesso con le medesime modalità;

8)      introdurre dei validi criteri di selezione dei giudici in grado di assicurare la serenità e l’equilibrio di giudizio;

9)      rivedere il concetto di pericolosità sociale in base al quale alcuni giudici mandano in galera ed altri liberano ecc.

Senza soluzioni legislative concrete le “lacrime” dei politici rimangono lacrime di coccodrillo!

 

 

 

 

Il Presidente

Dr. Arrigo Muscio

www.muscio.it