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GLI ATTACCHI DEL DIAVOLO

 

[44] (Gesù), in preda all'angoscia, pregava più intensamente,

Lc. 22,44

 

[5]Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi;

[6]già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali.

[7]Nel mio affanno invocai il Signore, nell'angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido.

Sal 18,5

 

Quando si discute sugli interventi del diavolo si fa normalmente riferimento all'attività straordinaria di satana, trascurando invece tutta la vasta gamma dell'attività ordinaria che ha sedotto anche Mons. Milingo.

In quest'ultima rientra una tattica molto efficace che il diavolo utilizza contro chiunque, anche contro quanti pregano quotidianamente. Il demonio sa benissimo, infatti, che la preghiera (il Santo Rosario, i Salmi, le invocazioni durante la Messa ecc.) ed i sacramenti formano una specie di scudo contro cui si infrangono i suoi attacchi spirituali e fisici (malattie, incidenti, divisioni ecc.) e, di conseguenza, cerca un "varco" in tale scudo.

Questo "tallone d'Achille" è rappresentato dalla sfiducia e dalla disperazione che possono affacciarsi durante particolari circostanze della vita, attualizzate dai salmi. La condizione di Davide " Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi; già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali" e di  Gesù nell'orto dei Getsemani "…in preda all'angoscia…" rappresentano molto bene tale situazione limite. In quei precisi momenti di disperazione il diavolo sferra l'attacco per tentare di ottenere la conseguente sfiducia nella Provvidenza divina. In tali prove il Signore attende solo che noi, nell'esercizio del libero arbitrio, continuiamo a sperare nel suo aiuto ed a supplicarlo con insistenza per poter intervenire nel momento opportuno. In questi frangenti però è facile cadere vittime della disperazione e della paura, sprofondando nello sconforto e nell'allontanamento dalla preghiera. E l'abbandono progressivo della preghiera sgretola lo scudo di protezione e permette ad diavolo di divorarci!

Dobbiamo quindi temere molto queste tentazioni diaboliche (riconoscendole come tali!) ed agire, per contrastarle validamente, in base gli insegnamenti dello Spirito Santo "Nel mio affanno invocai il Signore, nell'angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido" (Sal. 18) - "In preda all'angoscia, pregava più intensamente" (Lc. 22,44).

Solo con l'insistente preghiera, ed eventualmente col suo aumento, è possibile sconfiggere questa subdola e pericolosissima tentazione. La Regina del profeti, sintetizzando il contenuto dei Salmi, ci insegna "….PREGATE, PREGATE, PREGATE! Nella preghiera conoscerete la gioia più sublime e la via d'uscita da ogni situazione che vi sembra impossibile…..” (messaggio dato a Medjugorje il 28.3.1985). Insegnamento valorizzato dal Padre Nostro "…Non permettere che cadiamo nella tentazione….". Lo Spirito Santo ci insegna infatti "Beato l'uomo che sopporta la tentazione, perché una volta  superata la prova riceverà la corona della vita che il Signore ha  promesso a quelli che lo amano. Nessuno, quando è tentato, dica: - Sono tentato da Dio -; perché  Dio non può essere tentato dal male e non tenta nessuno al male.  Ciascuno piuttosto è tentato dalla propria concupiscenza che lo  attrae e lo seduce; poi la concupiscenza concepisce e genera il  peccato, e il peccato, quand'è consumato, produce la morte. Non andate fuori strada, fratelli miei carissimi; ogni buon regalo  e ogni dono perfetto viene dall'alto e discende dal Padre della luce,  nel quale non c'è variazione né ombra di cambiamento" (Gc. 1,12). Ed i doni più grandi sono l'assistenza continua di Gesù e di Maria che non ci abbandonano mai se noi ci affidiamo con fiducia al loro amorevole intervento, anche nelle peggiori circostanze "Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, dì al Signore: <<Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido>>. Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire. Solo che tu guardi, con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi. Poiché tuo rifugio è il Signore e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi. Lo salverò, perché a me si è affidato; lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e gli darò risposta; presso di lui sarò nella sventura, lo salverò e lo renderò glorioso. Lo sazierò di lunghi giorni e gli mostrerò la mia salvezza" (Sal. 91)