Home page

 

Biografia di Arrigo Muscio

 

La nostra opinione

 

Il valore del Santo Rosario

 

I salmi

 

La Regina delle grazie

 

Medjugorje

 

I santuari

 

Gruppo di preghiera

 

Libri scritti da Arrigo Muscio

 

Trattato di demonologia

 

Libri consigliati

 

Chiesa e massoneria

 

Archivio

 

Lettera dall'inferno

 

Lettera di un bambino abortito alla madre

 

 

La catechesi di satana durante un recente caso di esorcismo

 

I navigatori ringraziano

 

Una preziosa testimonianza per i giovani e per i genitori

Il dio sesso

 

[24] Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.

Mt. 6,24

 

“Qual è il peccato principale che ai giorni nostri porta le persone all'inferno?" lo incalzò l'esorcista.

"La lussuria! E l'ateismo!", rispose l'anima dannata ormai chiaramente manifestatasi.

http://www.genitoricattolici.org/pirata.htm

 

 

In questa nostra epoca, nella quale l’ateismo è sempre più ostentato, l’umanità adora due divinità “alternative” a Cristo: mammona e il sesso.

Su mammona, cioè sul denaro e sul potere (spesso raggiunto mediante il denaro), molti hanno già discettato ed è un concetto compreso praticamente da tutti. Per il dio denaro si tradiscono Cristo, la famiglia, gli affetti, le amicizie ecc. Questa adorazione è evidente. Meno appariscente invece è l’adorazione del dio sesso. Ovviamente non ci riferiamo all’attività sessuale perfettamente legittima  e doverosa (da un punto di vista biblico) tra marito e moglie, ma al sesso consumista e in contrasto con la Parola di Dio , (tanto “amato” da satana!)[1] che viene sbandierato in ogni occasione. Molti mass media con articoli, testimonianze, immagini, spot pubblicitari ecc., e grazie all’aiuto dei normalizzatori, condiscono ormai ogni comunicazione con l’argomento sesso. Pare infatti, in base a questo scenario, che senza il dio sesso una persona sia un essere infelice destinato a rimanere tale per tutta la vita. Perfino certi preti (stando ai numerosi resoconti di cronaca boccacceschi) sono stati sedotti da queste teorie! Pare inoltre, in relazione ad un certo andazzo, che una persona debba essere valorizzata in base esclusivamente all’attività sessuale e/o al suo sex appeal. Molte riviste si occupano quasi unicamente degli aspetti anatomici maschili e femminili e dei valori correlati. Per molti conta di conseguenza di più il c… del cervello; la disinvoltura sessuale della moralità; l’infedeltà della fedeltà; l’impudicizia della pudicizia ecc. Diversi attori ed attrici vengono “valorizzati” in base alla capacità di spogliarsi o di compiere sul set atti sessuali simulati o veri. Le loro vicende amorose vengono raccontate con dovizia di particolari. Potremmo quindi affermare che la nostra società è quella dei “culi e delle tette” (chiedo perdono al lettore ma è un’espressione onomatopeica ormai utilizzata da diversi commentatori per sottolineare certi programmi “culturali” e di intrattenimento) con cui vengono contornati articoli ed immagini massmediatiche varie.

Ma questa cultura non si limita alla sponsorizzazione della esigenza sessuale in ogni occasione, ma risalta pure la necessità del “fare sesso quando vuoi, come vuoi, con chi vuoi, dove vuoi (persino nella toilette di un bar[2] )” e se possibile (da un punto di vista legale o di tolleranza) anche pubblicamente. Che cosa sono infatti le scene sessuali mostrate pubblicamente in tv? Come mai se due persone si appartano in un luogo pubblico vengono denunciate e condannate per atti osceni [3] mentre se le stesse scene vengono proposte e riproposte da “mamma tv”, da cartelloni pubblicitari o da certi giornali sono invece tollerate in barba a norme del codice penale confermate pure da numerose sentenze della Suprema Corte di Cassazione?

Se uniamo questo atteggiamento al “mangiare quando vuoi, quanto vuoi e quello che vuoi”, al vivi di notte e ad altri atteggiamenti violativi delle elementari regole del vivere sano e prudente (ad esempio gettarsi in acqua dopo aver mangiato, spaparazzarsi al sole nelle ore sconsigliate dai medici ecc.) possiamo tranquillamente affermare che la nostra differenza con i primati superiori diventa sempre più risicata. Anche gli animali, infatti, si accoppiano con chi vogliono e pubblicamente (senza remore), mangiano quando vogliono ecc. Stiamo degenerando nell’anarchia in qualsiasi campo dell’attività umana!

Ciò premesso giudicare la nostra società come ateizzata è certamente frutto di un giudizio superficiale dato che se è vero, com’è vero, che l’adorazione a Dio è diminuita notevolmente è altrettanto vero che, in contrappeso, è aumentata l’adorazione ad altri dei; tra i quali occupano una posizione prioritaria mammona ed il sesso con i risultati d’aver creato la società della copula.

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Basti pensare all’attività sessuale perversa, e spesso blasfema, che gli aderenti a certe sette sataniche sono costretti a fare

[2] La decisione di un giudice di Como: assolta coppia di svizzeri

Fare sesso nella toilette del bar non è reato

Non si tratta di «atti osceni in luogo pubblico» perché i due «erano appartati e nessuno li vedeva».

COMO - Sesso libero nei bagni dei pub e dei bar. Basta che nessuno vi veda. Così ha stabilito un giudice di Como. La coppia che consuma sesso nella toilette di un bar non commette atti osceni in luogo pubblico, perché il luogo è comunque appartato. Così si legge nella sentenza del giudice monocratico di Como Luciano Storaci, che ha assolto due svizzeri del Canton Ticino 33 anni lui, 32 lei, sorpresi un anno fa in intimità nel bagno di un pub del centro di Como. La coppia era stata scoperta dal titolare del locale, che era andato a cercarli venti minuti dopo averli visti andare in bagno: «Se il barista mi avesse dato il tempo di rivestirmi non sarebbe successo nulla», si è difesa la donna davanti al giudice.
Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a sei mesi per l'uomo e a cinque per la donna, per atti osceni in luogo pubblico. Secondo il difensore, invece, il comune senso del pudore non era stato violato, perché i due erano appartati e nessuno li vedeva. Alla fine il giudice ha assolto gli imputati dall'imputazione principale, ma ha condannato l'uomo al pagamento di 200 euro per avere rotto la serratura del bagno. A parte, lo svizzero ha poi patteggiato tre mesi per resistenza a pubblico ufficiale, per via della reazione inconsulta avuta all' intervento della polizia subito dopo il «fattacccio».

5 ottobre 2004 - Corriere.it http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2004/10_Ottobre/05/Sesso.shtml

[3] CRONACHE

- Una sentenza della Cassazione -

Sesso in auto, reato anche in luogo isolato e buio

A meno che non si adottino specifiche cautele, come l'appannamento o la copertura dei vetri della macchina

ROMA - Fare sesso in auto è reato sempre, anche al buio e in un posto isolato. A meno che non si oscurino i vetri. Lo ha deciso la Corte di Cassazione confermando una condanna per «atti osceni in luogo publbico» a 90 giorni di reclusione emessa dal tribunale di Roma nel giugno 2000 e confermata dalla Corte d'appello nel 2002 ai danni di Marisa A., classe 1935. Non serve quindi invocare l'oscurità e il luogo appartato.

LA VICENDA - La sentenza della Cassazione riguarda la vicenda di Marisa A. e del suo amante, Carmine P. I due in una sera d'inverno si erano appartati in un parcheggio fuori mano, senza nessuno nei dintorni. Ma non avevano fatto i conti con gli agenti di una volante di pattuglia che si erano insospettiti e la loro curiosità era culminata in un verbale redatto per «atti osceni in luogo pubblico». Invano Marisa A. ha protestato la sua innocenza sostenendo che nel suo comportamento non c'era alcun «dolo», ma al massimo una «colpa». In sostanza la donna pensava di aver agito ritenendo «di non essere vista nel luogo da lei prescelto». Ma per i giudici della terza sezione penale della Cassazione questa tesi è «priva di ogni giuridico rilievo» e non giova far riferimento al buio e al luogo deserto.

LA SENTENZA - Spiegano in proposito i magistrati che «l'antigiuridicità penale dei comportamenti osceni all'interno di un'autovettura in sosta lungo la pubblica via (o in un pubblico parcheggio) non è esclusa dal fatto che essi vengano compiuti in ora notturna o in luogo non frequentato, in quanto siffatte circostanze non eliminano in modo assoluto» la possibilità «che gli atti osceni siano percepiti da occasionali passanti, a meno che l'autore del fatto non abbia adottato specifiche cautele, come l'appannamento o la copertura dei vetri della macchina». In sostanza i due avrebbe dovuto oscurare l'auto.

6 ottobre 2003 - Corriere.it  http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2003/10_Ottobre/06/sesso_auto.shtml