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LA TENTAZIONE DELLO SCONFORTO

 

[6]Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere.

[7]Ora né chi pianta, né chi irrìga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere.

[8]Non c'è differenza tra chi pianta e chi irrìga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro.

1 Cor. 3,6

 

[16]Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro.

[17]Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone.

2 Tm 4,16

 

[4]Io ho risposto: <<Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio>>.

Is. 49,4

 

[3]Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo.

[4]Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: <<Ora basta, Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri>>.

[5]Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: <<Alzati e mangia!>>.

[6]Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d'acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi.

[7]Venne di nuovo l'angelo del Signore, lo toccò e gli disse: <<Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino>>.

[8]Si alzò, mangiò e bevve. Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb.

[9]Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco il Signore gli disse: <<Che fai qui, Elia?>>.

[10]Egli rispose: <<Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita>>.

[11]Gli fu detto: <<Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore>>. Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto.

[12]Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.

[13]Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: <<Che fai qui, Elia?>>.

[14]Egli rispose: <<Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita>>.

[15]Il Signore gli disse: <<Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazaèl come re di Aram.

1 Re 19,3

 

Una delle tentazioni più subdole che ci propina il demonio è la tentazione dello sconforto. Se ci guardiamo attorno, specialmente in questo secolo ateo e pagano nel quale i Crocifissi vengono tolti dagli edifici pubblici e gettati via, la tentazione dello sconforto raggiunge l’apice. Anche i veri discepoli di Cristo (non quelli, per intenderci, che utilizzano la Chiesa come un supermarket dal quale estrarre quanto fa comodo e lasciare ciò che è ritenuto superfluo o scomodo) sono tentati di lasciare l’impegnativo compito d’essere testimoni di Cristo e di evangelizzare. La quasi totale indifferenza che ci circonda, accompagnata anche dallo scandaloso comportamento di diversi consacrati che hanno venduto Gesù per piacere al mondo, indubbiamente costituisce un forte stimolo alla rinuncia. Se però meditiamo con attenzione la Sacra Scrittura scopriamo che il temporaneo sconforto ha colpito anche i grandi profeti; atteggiamento che è stato però prontamente eliminato dopo l’invito di Dio a proseguire nella missione. Lo sconforto nasce infatti dall’oggettiva constatazione della dilagante iniquità e da un errore teologico. Il Signore che è il Re dell’universo e della storia non pretende dai suoi discepoli che riescano a convincere, ma desidera invece il loro impegno nell’evangelizzazione e nella testimonianza. Se noi partiamo da questo presupposto biblico non cadremo nello sconforto ben sapendo che il Giusto Giudice ci ripagherà in base all’impegno e non al risultato. Del resto la terribile frase evangelica “Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti” (Mt. 22,14) deve farci riflettere sul fatto che, nonostante i ripetuti inviti ricevuti dal Signore nel corso della vita, “molti” si autoescluderanno dalla redenzione.

Assai emblematiche sono state due testimonianze rese a Medjugorje in occasione del Festival internazionale dei giovani del 2003:

1)      quella di Ernest il quale dichiarò che in occasione del suo primo pellegrinaggio a Medjugorje (da dove voleva inizialmente fuggire) gli si avvicinarono due donne ed una gli donò un Rosario dicendogli “Con questa preghiera risolverai tutti i tuoi problemi”. Ernest disse “Ed io credetti a quelle parole. Non sapevo recitare il Rosario, ma lo incominciai”. Ernest (allora giovane laureato in matematica) diventò il motore del Festival Internazionale dei giovani;

2)      quella di Leon che agli inizi era un peccatore agli antipodi della fede. Leon, fondatore in seguito del movimento Totus Tuus, fece a Medjugorje, e grazie a Medjugorje, una stupenda apologia del Rosario.

La loro convinta testimonianza è stata un’efficace dimostrazione della parabola del seme caduto sulla buona terra il quale ha molto fruttificato.

Spesso si resta sorpresi e perplessi allorché si constata che per alcune persone bastano poche frasi per stimolarne la conversione, mentre per altre neppure le migliori dimostrazioni e documentazioni riescono a smuoverle. Anche in questo caso ci soccorre la Scrittura “Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi>> (Lc. 16,29).

E’ necessario quindi operare ben sapendo che il nostro compito principale è quello di obbedire a Dio, indipendentemente dal risultato ottenuto tra gli uomini. Da Gesù Crocifisso è scaturita infatti la redenzione del mondo e la sconfitta di satana.