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I mass media si sono occupati, con ampio risalto anche internazionale, delle vicende femminili del Presidente del Consiglio  e il Giornale si è interessato anche di analoghe vicende legate all’entourage di un precedente Presidente del Consiglio.

Secondo i resoconti giornalistici l’attuale presidente del Consiglio e l’entourage del precedente premier avrebbero avuto rapporti con alcune signorine in cambio di soldi e /o di favori, anche all’interno di residenze statali. Noi non entriamo nel merito della fondatezza di tali accuse che altre istituzioni dovrebbero verificare; desideriamo soltanto, in qualità di cittadini cattolici, esprimere il nostro democratico pensiero alla luce soprattutto delle prese di posizione inerenti al tema che si possono così sintetizzare:

1)      Il presidente del Consiglio e gli uomini pubblici devono rendere conto ai cittadini anche di certi comportamenti privati.

2)      No, i personaggi pubblici hanno diritto alla loro privacy e vanno giudicati soltanto riguardo al loro impegno politico.

A favore della tesi N. 2 si sono schierati anche diversi opinion maker cattolici e ciò sinceramente lascia sconcertati dato che Giovanni il Battista, del quale Gesù ha detto “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista” (Mt. 11,11) affermava pubblicamente nei riguardi del Re Erode, a proposito di Erodiade moglie di suo fratello Filippo “Non ti è lecito tenerla” (Mt. 14, 3/4).

Le vicende in oggetto, indipendentemente dai nomi e dal momento (gli uomini passano, ma i concetti rimangono), con il corollario dei relativi commenti politico-sociologici-religiosi, sono assai illuminanti e ci danno uno spaccato dell’odierna società e dei relativi “valori”.

Innanzitutto qualora i comportamenti sessuali dei personaggi pubblici e delle patners (adulterini, lussuriosi, corruttivi ecc.) fossero provati, e questo riguarda tutti gli Stati, meriterebbero, da parte dei cristiani, una stigmatizzazione alla luce della Sacra Scrittura. Tali comportamenti sono infatti moralmente riprovevoli anche se, in virtù del libero arbitrio http://www.genitoricattolici.org/arbitrio.html , ciascuno può agire come meglio crede, rispondendone però nel giorno del Giudizio. Il cristiano (diversamente dagli islamici) non deve imporre le sue scelte di vita alla luce del Vangelo, deve soltanto proporle, ma non può moralmente accettarle o considerare “normale” http://www.genitoricattolici.org/normalizzatori.htm quanto viola l’eterna Parola di Dio.

In secondo luogo, il cittadino (non solo cristiano!) ha il diritto-dovere di ottenere chiarezza riguardo ai comportamenti “cosiddetti privati” delle persone che occupano cariche istituzionali per le seguenti ragioni:

1)      Le relazioni sessuali nascoste (se poi fossero condite con droga) possono comportare per il personaggio istituzionale una possibilità di ricatto, anche se si trattasse di un libertino (insensibile quindi ai valori morali). Pensate ad esempio ad una causa di divorzio nella quale il coniuge pretenderebbe (per colpa del partner fedifrago) cospicui assegni di mantenimento. Certe leggi (ad esempio contro lo spaccio di droga, contro la pedofilia, la pornografia ecc.), a causa di eventuali ricatti o di comportamenti “coerenti” con gli andazzi privati, potrebbero essere ammorbidite o non inasprite!

2)      I personaggi pubblici che occupano posti di potere in grado d’incidere nel vissuto sociale dei cittadini non possono invocare la privacy in riferimento a comportamenti che tengono accuratamente nascosti ai cittadini temendone le reazioni, anche di voto. Finchè occupano tali cariche il loro comportamento dev’essere trasparente e non soggetto ad eventuali ricatti! Se questa regola non piace possono rinunciare alla carica, dato che non gliel’ha prescritta il medico.

Ciò che ha sconcertato, riguardo alle vicende sopra descritte, è stata la levata di scudi da parte di molti commentatori (compresi anche diversi cattolici) tesa a difendere l’operato delle istituzioni mediante la distinzione tra affari privati e comportamenti pubblici. Anziché pretendere giustamente la prova delle accuse o la esibizione di prove inconfutabili hanno dichiarato all’unisono, e scandalosamente a nostro modesto parere, l’ininfluenza dei comportamenti “cosiddetti privati” delle istituzioni. Proviamo scolasticamente ad immaginare il seguente atteggiamento di una carica istituzionale di un qualsiasi Paese democratico. L’importante  carica istituzionale  di uno Stato si porta a letto una escort o una ragazza che pretende in cambio dei favori, oppure infila nel letto di persone politicamente influenti delle ragazze disponibili o predispone le cose in modo che due più due faccia quattro in cambio, si presume, di qualcosa. Se fosse vero, secondo voi, si tratterebbe di comportamenti privati o con incidenza pubblica? E se, sempre per ipotesi, alcune ragazze fossero minorenni? Si tratterebbe sempre di comportamenti privati?

Analogo discorso può essere fatto per altre cariche meno importanti, ma comunque incisive nel tessuto sociale. Se una studentessa va a letto col professore per ottenere un voto positivo all’esame, si tratta di un affare privato sessuale o di corruzione? Se nell’ambito di un concorso pubblico per diventare medico, avvocato, magistrato ecc. una partecipante offre prestazioni sessuali per ottenere la vincita del concorso si tratta di un affare privato sessuale o di corruzione? Questa vincitrice poi come si comporterà nella professione? Con trasparenza, onestà, obiettività ecc.?

Purtroppo in questo Bel Paese sempre più alla deriva sono saltati tutti i valori e certi peccati (considerati tali soltanto da pochi cristiani), che possono incidere sul tessuto sociale, sono diventati soltanto un semplice affare privato!