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Con questa espressione, contenuta 560 volte nell'Antico Testamento, i profeti si presentavano al popolo, ai re ed ai governanti della terra per istruirli o ammonirli. Non conoscevano mezze misure o il "politicamente corretto" in quanto il Signore esige, pur rispettando il libero arbitrio, un'adesione senza sconti alla Sua eterna Parola. Non la personalizza secondo le esigenze individuali, in quanto ciò porterebbe al relativismo etico condannato anche dall'attuale Papa con l'enciclica "Veritatis Splendor", ma domanda una piena adesione alla Sua volontà che è solo tesa al bene nostro. Certamente la vita dei profeti non era facile dato che "normalmente" venivano derisi, imprigionati, picchiati, uccisi ecc…..e riabilitati a posteriori. La Sacra Scrittura contiene delle stupende testimonianze al riguardo, in particolare quella di Elia "Egli rispose: - Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita - (1 Re 19,10) e di Geremia "Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto forza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di scherno ogni giorno; ognuno si fa beffe di me. Quando parlo, devo gridare, devo proclamare: - Violenza! Oppressione! -. Così la parola del Signore è diventata per me motivo di obbrobrio e di scherno ogni giorno. Mi dicevo: - Non penserò più a lui, non parlerò più in suo nome! -. Ma nel mio cuore c'era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo. Sentivo le insinuazioni di molti: - Terrore all'intorno! Denunciatelo e lo denunceremo -. Tutti i miei amici spiavano la mia caduta: - Forse si lascerà trarre in inganno, così noi prevarremo su di lui, ci prenderemo la nostra vendetta-. Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori cadranno e non potranno prevalere; saranno molto confusi perché non riusciranno, la loro vergogna sarà eterna e incancellabile. Signore degli eserciti, che provi il giusto e scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di essi; poiché a te ho affidato la mia causa! Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori. Maledetto il giorno in cui nacqui; il giorno in cui mia madre mi diede alla luce non sia mai benedetto. Maledetto l'uomo che portò la notizia a mio padre, dicendo: - Ti è nato un figlio maschio -, colmandolo di gioia. Quell'uomo sia come le città che il Signore ha demolito senza compassione. Ascolti grida al mattino e rumori di guerra a mezzogiorno, perché non mi fece morire nel grembo materno; mia madre sarebbe stata la mia tomba e il suo grembo gravido per sempre. Perché mai sono uscito dal seno materno per vedere tormenti e dolore e per finire i miei giorni nella vergogna? (Ger. 20,7 seg.).

Ovviamente anche il Nuovo Testamento è costellato di profeti che, senza alcuna remora, predicavano la Parola di Dio e non le chiacchiere degli uomini. L'esempio sublime ed incomparabile della profezia, intesa nel senso di parlare in nome di Dio, è rappresentato da Gesù Cristo: la Parola incarnata di Dio (Gv. 1,1 seg.). Parola che è stata crocifissa, ma è poi risorta in quanto, come dichiara il profeta Isaia, "…Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l'ho mandata…" (55,10 seg.).

Tutti i cristiani sono chiamati a svolgere, in funzione del rispettivo sacerdozio (consacrato per i sacerdoti) e regale (per i laici), il mandato profetico negli ambienti in cui lo Spirito Santo li ha collocati. Purtroppo, però, in molti di loro interviene lo spirito di questo mondo che li incoraggia ad esercitare il "mandato politico": quello cioè in sintonia col mondo che agisce in maniera opposta alla volontà di Dio "Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo!" (Gal. 1,10). Ed ecco che molti cristiani non usano più l'espressione "Il Signore dice", ma sono diventati dei messaggeri di sociologia umana e non delle Parole del Signore; temono, infatti, di stigmatizzare il peccato chiamandolo col proprio nome e cercano invece di addolcirlo per non scontrarsi con un mondo sedotto dallo spirito della ribellione e della confusione che può contare su un'agguerrita combriccola di strumenti delle tenebre ben decisi ad assecondare il loro padrone, con la speranza di continuare a ricevere anche nell'altra vita i piaceri ottenuti in questa. Purtroppo però dimenticano, sedotti pure loro da satana, che il diavolo non possiede virtù, in particolare la riconoscenza, e quindi il loro trattamento all'inferno sarà inversamente proporzionale ai loro servigi perversi sulla terra. Se, infatti, il demonio desiderasse ricompensarli sul serio non sarebbe più il maligno: il nemico cioè di ogni virtù!