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La clonazione umana va giudicata negativamente anche in relazione alla dignità della persona clonata, che verrà al mondo in virtù del suo essere "copia" (anche se solo copia biologica) di un altro essere: questa pratica pone le condizioni per una radicale sofferenza del clonato, la cui identità psichica rischia di essere compromessa dalla presenza reale o anche solo virtuale del suo "altro". Né si può ipotizzare che possa valere la congiura del silenzio, che, come già notava Jonas, sarebbe impossibile e altrettanto immorale: poiché il "clonato" è stato generato in quanto assomiglia a qualcuno che "valeva la pena" di clonare, su di lui si appunteranno non meno nefaste aspettative e attenzioni, che costituiranno un vero e proprio attentato alla sua soggettività personale.

Se il progetto della clonazione umana intende arrestarsi "prima" dell'impianto in utero, cercando di sottrarsi almeno ad alcune delle conseguenze che abbiamo finora segnalato, esso si presenta ugualmente ingiusto da un punto di vista morale.

Infatti la proibizione della clonazione limitata al fatto di impedire la nascita di un bambino clonato, permetterebbe comunque la clonazione dell'embrione-feto, implicherebbe la sperimentazione su embrioni e feti ed esigerebbe la loro soppressione prima della nascita, rivelando un processo strumentale e crudele nei confronti dell'essere umano.

Tale sperimentazione è in ogni caso immorale per l'arbitraria finalizzazione del corpo umano (ormai decisamente pensato come una macchina composta da pezzi) a puro strumento di ricerca. Il corpo umano è elemento integrante della dignità e dell'identità personale di ognuno ed è illecito usare la donna come fornitrice di ovuli su cui attuare esperimenti di clonazione.

Immorale perché anche nel caso dell'essere clonato siamo in presenza di un "uomo", sebbene allo stadio embrionale.

Contro la clonazione umana vanno inoltre riportate tutte le ragioni morali che hanno portato sia alla condanna della fecondazione in vitro in quanto tale, sia al biasimo radicale nei confronti della fecondazione in vitro destinata soltanto alla sperimentazione.

Il progetto della "clonazione umana" rappresenta la terribile deriva a cui è spinta una scienza senza valori ed è segno del profondo disagio della nostra civiltà, che cerca nella scienza, nella tecnica e nella "qualità della vita" i surrogati del senso della vita e della salvezza dell'esistenza.

La proclamazione della "morte di Dio", nella vana speranza di un "oltreuomo" porta con sé un risultato chiaro: la "morte dell'uomo". Non si può infatti dimenticare che la negazione della creaturalità umana lungi dall'esaltare la libertà dell'uomo genera nuove forme di schiavitù, nuove discriminazioni, nuove e profonde sofferenze. La clonazione rischia di essere la tragica parodia dell'onnipotenza di Dio. L'uomo, a cui Dio ha affidato, donandogli libertà ed intelligenza, il creato, non trova limiti alla sua azione dettati soltanto dall'impossibilità pratica: questi limiti deve sapere porseli da solo nel discernimento tra il bene e il male. Ancora una volta all'uomo è chiesto di scegliere: tocca a lui decidere se trasformare la tecnologia in uno strumento di liberazione o diventarne egli stesso lo schiavo introducendo nuove forme di violenza e di sofferenza.

Si deve rimarcare ancora una volta la differenza che esiste tra la concezione della vita come dono di amore e la visione dell'essere umano ritenuto come prodotto industriale.

Fermare il progetto della clonazione umana è un impegno morale che deve anche sapersi tradurre in termini culturali, sociali, legislativi. Il progresso della ricerca scientifica è infatti altra cosa dall'emergere del dispotismo scientistico, che oggi sembra prendere il posto delle antiche ideologie. In un regime democratico e pluralistico, la prima garanzia nei confronti della libertà di ognuno si attua nel rispetto incondizionato della dignità dell'uomo, in tutte le fasi della sua vita e al di là delle doti intellettuali o fisiche di cui gode o di cui è privato. Nella clonazione umana viene a cadere la condizione necessaria per qualsiasi convivenza: quella di trattare l'uomo sempre e comunque come fine, come valore e mai soltanto come un puro mezzo o semplice oggetto”.

Pontificia Accademia per la vita”

http://212.77.1.245/news_services/bulletin/news/864.php?index=864&po_date=24.06.1997%20%20&lang=sp

 

Il film di Michael Bay, che “stranamente” non è stato sponsorizzato e “montato” come certe scemenze, è assai emblematico. Si tratta infatti, a nostro parere, di un film denuncia della manipolazione sull’uomo (per la trama, i trailer ed altri aspetti del film si rimanda al sito ufficiale del medesimo http://wwws.warnerbros.it/theisland/youhavebeenchosen.html ). La trama del film sottolinea infatti alcuni aspetti sconvolgenti:

a)      la creazione di cloni per fornire degli organi di ricambio a clienti molto ricchi;

b)      la scelta, quindi, di mammona anziché di Dio;

c)      la superbia scientifica;

d)      le coperture politiche;

e)      le coperture filantropiche “servono per curare le leucemie ecc.”

f)        l’educazione mentale e omogenea dei cloni;

g)      il segreto assoluto (pena la morte);

h)      l’utilizzo dei mass media per creare disinformazione (assai illuminanti i videoclip relativi all’isola e quelli dell’annunciatrice che legge i nomi dei “fortunati” ecc).

Con tale cocktail è quindi chiaro che il film non poteva certamente essere sponsorizzato da parte dei soloni di questo mondo che “giace sotto il potere del maligno” (1 Gv. 5,19).

Qualcuno potrebbe pensare che il film “Island” sia solo fantascienza, ma se consultiamo la seguente documentazione il dubbio che si tratti solo di fantascienza è assai atroce!

 

Trance formation of America

http://www.genitoricattolici.org/trance.htm

 

Satanismo, pedofilia, commercio d’organi e sacrifici umani

http://www.geocities.com/Athens/Atlantis/3592/storia/doc_4.htm