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Eluana: un caso emblematico

 

La vicenda di Eluana è assai illuminante per comprendere la differenza tra chi è veramente cristiano e chi invece non lo è; diversità che si ripercuote nei vari gangli della società con risultati diversi.

Il caso Eluana che sta movimentando l’opinione pubblica vede coinvolti quattro protagonisti principali. Eluana che da tanti anni, a causa di un incidente, si trova in uno stato vegetativo; il padre che desidera far cessare questa situazione e che da tempo si batte per ottenere la morte di Eluana, che lui considera oramai irrecuperabile ai fini di una vita normale (il padre è  convinto di far rispettare le volontà della ragazza espresse prima dell’incidente); le suore che l’accudiscono alla pari di un qualsiasi essere vivente con  amorevoli cure e  che invece desiderano mantenere in vita la ragazza; un tribunale che ha concesso al padre la possibilità di ottenere il distacco di Eluana dal sondino che la nutre (ovviamente ciò provocherebbe, secondo gli esperti, la morte per fame e per sete di Eluana in un lasso di tempo di circa 15 giorni).

Chi è veramente cristiano sa che la vita è un dono di Dio, che dev’essere vissuta fin quando il Signore lo vuole, in attesa di raggiungere il Paradiso promesso da Gesù a quanti metteranno in pratica i suoi insegnamenti oppure si convertiranno, fosse pure negli ultimi istanti di vita (come ad esempio il “buon ladrone”). Purtroppo, a causa delle conseguenze del peccato originale e della scarsa propensione da parte di molti a vivere la Parola di Dio, durante la vita possono intervenire eventi dolorosi ed invalidanti. I cristiani sanno però (anche se sono rimasti in pochi a crederlo) che il Signore ha invitato gli apostoli, i discepoli ed i credenti a pregarlo per ottenere le grazie spirituali e fisiche di cui necessitiamo. Gesù ha invitato gli apostoli persino a resuscitare i morti (Mt. 10,8), non solo a “guarire gli infermi, sanare i lebbrosi, cacciare i demoni”  (Mt. 10,8 seg.). Diversi passi biblici evidenziano la volontà divina di guarigione http://www.genitoricattolici.org/evangelium%20sanationis.htm che stride con la rassegnazione anche di molti cristiani. Io non so se per Eluana le suore che amorevolmente l’accudiscono pregano incessantemente il Santo Rosario (la preghiera dei miracoli) anche per la sua guarigione o, meglio, per il risveglio dalla sua “apparente morte”;  come non so se da Eluana si sono recati sacerdoti per chiedere la sua guarigione mediante l’unzione degli infermi oppure se le suore stesse o altri cristiani le ungono la fronte con olio benedetto (mediante una piccola croce) chiedendo al Signore, per intercessione della Madonna e dei santi, la sua guarigione.  Ovviamente non mi stupirei se quanto sopra detto non fosse stato effettuato o comunque non fosse stato eseguito con insistenza secondo le modalità evangeliche valide per tutti i tempi. Nella pratica della chiesa, purtroppo, le preghiere di guarigione-liberazione-protezione sono passate di moda. Tranne eccezioni molti preti, vescovi, cardinali e fedeli non credono più agli insegnamenti eterni di Gesù e, di conseguenza, si limitano a far concorrenza alle Asl esercitando azioni di bene avulse però dal contesto divino e dall’assistenza dello Spirito Santo.

L’eterna Parola di Dio ci insegna invece a pregare per ottenere la guarigione spirituale-psichica e fisica delle persone,  che può avvenire anche mediante i medici e le medicine ; ma prioritaria è sempre la preghiera, cominciando dai diretti interessati (se in grado d’intendere e di volere), dai genitori, dai familiari, dai sacerdoti (compresi i vescovi ed i cardinali) e dai fratelli in Cristo. Il vero cristiano non deve rassegnarsi  ma, in sintonia col Vangelo, deve incessantemente pregare anche per ottenere la guarigione-liberazione-protezione. Se poi il Signore avesse deciso diversamente, per un bene maggiore dell’interessato, lo farà capire nei modi e nei tempi che riterrà opportuni.

Logicamente chi non è cristiano segue altre ideologie e si comporta di conseguenza. Per chi non crede la vita è soltanto terrena e val al pena di viverla solo se efficiente o funzionale; non può quindi capire che ogni essere umano è amato da Dio, anche se apparentemente morto oppure se è menomato. Anche per lui è previsto il Paradiso con la relativa trasformazione nella gloria divina e nello splendore (Dn 12,3 – Lc 16,19 seg. -  Ap 21,1 seg. Ecc). Il  vero messaggio cristiano contiene sempre un invito alla speranza  e al “combattimento” contro il male. Basti pensare all’ospedale “Casa sollievo della sofferenza” fortemente voluta da un gigante di santità: Padre Pio. Un santo la cui vita è stata accompagnata da estasi mistiche, da colloqui con Gesù e con la Madonna; un santo che ha ottenuto dal Signore, mediante le sue incessanti preghiere e sofferenze, innumerevoli grazie di guarigione, di conversione, di liberazione. Padre  Pio non ha voluto l’ospedale della rassegnazione, ma un centro di cura per le malattie. Ora è chiaro che alcune volte il Signore non risponde alle nostre insistenti preghiere come desidereremmo ma, anche se al momento non lo capiamo, agisce (come Padre buono) sempre al meglio per noi o per la persona per cui preghiamo. E ce lo fa capire, nei tempi e nei modi che reputa più opportuni. Però se non applichiamo gli insegnamenti biblici che ci invitano all’incessante preghiera non possiamo sperare di ottenere quanto chiediamo. Purtroppo molti cristiani non leggono l’eterna Parola di Dio (cioè la Bibbia) come raccomandato dalla Madonna insistentemente da Medjugorje, ma prediligono altre fonti di informazione facendone degli idoli con le conseguenze nefaste che sperimentiamo ogni giorno.