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LA CONVERSIONE DI PITIGRILLI

 

[7]Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.

Lc. 15,7

 

Da tempo cercavo il libro "La piscina di Siloe" di Pitigrilli, ma non ero mai riuscito a trovarlo in quanto esaurito. Recentemente, invece, grazie ad una ricerca su www.internetbookshop.it sono riuscito a reperirlo pubblicato dalla casa editrice Bompiani.

Leggiamo sulla copertina  che "Pitigrilli è lo pseudonimo dello scrittore Dino Segre (1893- 1975), autore di romanzi e novelle che ebbero notevole fortuna negli anni del primo dopoguerra, in cui i temi erotici erano trattati con spregiudicatezza. Si convertì poi al cattolicesimo: la storia della conversione è raccontata appunto in questo libro".

La conversione di Pitigrilli, figlio di una madre cattolica e di un padre ebreo "ateo ed indifferente"[1], è particolare in quanto fuoriesce da esperienze di spiritismo; ma è talmente radicale che lo scrittore afferma categorico "Non lasciatevi tentare da simili esperimenti"[2] - "...Tutte le forme di occultismo sono immorali. Per questo Mosè ne ha dato l'elenco completo: - ...o chi interroghi gli indovini e dia retta ai sogni e agli auguri, o chi faccia uso di malefizi, o chi faccia uso dei sortilegi, o chi consulti i pitonici o gli astrologi....Tutte questo cose il Signore ha in abominazione"[3]. Conversione singolare, ma non unica in quanto dal mondo del satanismo il Signore ha, ad esempio, estratto Clotilde Bersone che, convertita, scrisse le sue memorie "L'eletta del Dragone"[4] e poi fu crocifissa per averle rivelate al mondo.

Il Signore sa trarre sempre il bene dal male (e Pitigrilli costituisce uno dei tanti esempi); di ciò si è lamentato spesso Lucifero, il fautore di ogni male, durante gli esorcismi.

E' un libro da leggere e da consigliare perchè con notevole coraggio lo scrittore fornisce al mondo una preziosa testimonianza della infinita misericordia di Dio. Una testimonianza che vale più di molte prediche sociologiche. Un libro che luccica come una perla in un mare di spazzatura.

"...Prima d'allora credevo che Dio, l'immortalità dell'anima, i geni malefici, la potenza della preghiera, la comunione dei Santi, fossero immaginose affermazioni travasate di libro in libro, riverniciate secondo l'evoluzione dei tempi, decorate dalla compiacenza dei commentatori. Da quel giorno, col credere a una parte, ho cominciato a credere a tutto: a Dio, all'immortalità dell'anima, ai geni malefici, alla comunione dei Santi, alla potenza della preghiera..."[5] - "...Io ero di quei semplici che per una deficienza visiva non s'accorgono che tutto ciò che ci circonda è miracolo (uso questa parola non nel senso dei teologi, ma in quello dei poeti): la scintilla sotto il martello, il cristallo del fiocco di neve, l'istinto che guida l'anguilla per un oceano mai percorso, la simmetria delle stelle marine, il grave attratto al centro della terra, il fiato che diventa voce..."[6] - "...La notte del 21 novembre 1942 una bomba cadeva sulla mia casa, distruggendo i mobili antichi, le opere d'arte, i vasi precolombiani, gli autografi illustri, i libri raccolti nei miei vagabondaggi, i miei ricordi, i miei documenti, gli appunti per lavori futuri, cioè tutto il mio passato. La bomba era caduta sul mio studio. Fra i rottami trovai un volume del Dictionnaire Philosophique di Voltaire, che era stato per molto tempo il mio libro preferito, attraversato da una scheggia di metallo, che, ripiegata su se stessa, lo chiudeva in una piccola morsa, quasi a indicarmi simbolicamente che era quello il libro che non dovevo più leggere, che non avrei mai dovuto aprire. Fra quelle cose morte, quel libro era una cosa viva. L'apparecchio telefonico, proiettato fuori di un frammento di finestra, e penzolante dal filo, era rimasto illeso, e ogni tanto squillava per avvertirmi che dovevo riprendere la vita di tutti i giorni..."[7]- "...Da allora io prego la Madonna, ed ebbi la prova del Suo prodigioso intervento. Quella corona che prima consideravo dei nocciolini infilati come il tespik che i mussulmani sgranano per tenere occupate le dita, divenne per me il Santissimo Rosario, che non recito tutti i giorni, ma al quale ricorro quando ho bisogno di consiglio e di conforto. La Comunione fatta i primi venerdì per nove mesi successivi, secondo la promessa di Margherita Alacoque, mi ha dato la tranquillità e la fiducia di non morire senza la grazia del Signore..."[8]

 

 

 



[1] Opera citata, pag. 15

[2] Opera citata, pag. 50

[3] Opera citata, pag. 56

 

[4] Ed. Segno

[5] Opera citata, pag. 58

[6] Opera citata, pag. 61

[7] Opera citata, pag. 71

[8] Opera citata, pag. 72