Libri scritti da Arrigo Muscio Lettera di un bambino
abortito alla madre La catechesi di satana
durante un recente caso di esorcismo |
MATRIMONIO ECCLESIASTICO PROBLEMATICHE E CONSIGLI Molti cristiani, vittime di una certa disinformazione organizzata, ignorano che in determinati casi è possibile ricorrere al Tribunale ecclesiastico per ottenere il riconoscimento di nullità del matrimonio onde risolvere, tramite la Chiesa, la loro situazione. Di conseguenza vivono una condizione infelice, gravida di rimorsi e di sensi di colpa per non poter usufruire della piena comunione con Dio. L’avv. Maria Esther Cruz, fervente cattolica doc con il dono della predicazione (è spesso ospite di incontri di preghiera), mette a disposizione dei fratelli la sua competenza per consigli al seguente indirizzo manuvanuzzo@libero.it . Qualora si rendesse necessario un intervento presso il Tribunale ecclesiastico l’avv. Maria Esther può intervenire anche al di fuori della propria Regione. DISCORSO DI 30 gennaio 1986 1.
È per me una grande gioia incontrarmi ogni anno con voi, per riaffermare
l’importanza del vostro ministero ecclesiale e la necessità della vostra
attività giudiziaria; esso è servizio di giustizia, è servizio di verità; un
servizio reso a Dio, dinanzi al quale voi pronunziate le vostre sentenze, e
un servizio al popolo di Dio ed ad ogni persona di buona volontà, che si
rivolge al Tribunale della Rota Romana. Porgo
pertanto a ciascuno di voi il mio saluto più cordiale, che è unito a
sentimenti di apprezzamento e di gratitudine per il vostro compito, talvolta
difficile e gravoso, eppure così necessario. Saluto
poi in modo particolare il nuovo Decano. Mons. Ernesto Fiore: e formo voti
affinché egli contribuisca, con la vostra attenta collaborazione, alla
costante opera di adeguare il Tribunale ai bisogni del mondo attuale e alle
necessità pastorali dei nostri tempi. Mi
rendo conto delle difficoltà che dovete affrontare nell’espletamento del
vostro compito, che vi impegna a dirimere in base alla legge canonica
questioni e problemi riguardanti i diritti soggettivi, che coinvolgono al
tempo stesso la coscienza di coloro che a voi si rivolgono. Non di rado essi
si ritrovano smarriti e confusi per le voci discordi che giungono loro da
ogni parte. Colgo volentieri anche l’occasione di questa Udienza per
esortarvi ad un servizio di vera carità nei loro confronti, assumendo
pienamente la vostra responsabilità davanti a Dio, supremo Legislatore, il
quale non mancherà, se invocato, di soccorrervi con la luce della sua grazia,
perché possiate essere all’altezza delle attese in voi riposte. La
vostra missione è grande! Essa deve mantenere, approfondire, difendere e
illuminare quei valori divini che l’uomo porta in sé come strumento
dell’amore divino. In ogni uomo c’è un segno di Dio da riconoscere, una
manifestazione di Dio da mettere in risalto, un mistero di amore da esprimere
vivendolo secondo le vedute di Dio. 3.
«Dio è amore»! Questa semplice affermazione di San Giovanni è la chiave del
mistero umano. Come Dio, anche l’uomo sarà amore: egli ha bisogno di amore,
deve sentirsi amato e per essere se stesso, deve amare, deve donarsi, deve
fare amare questo amore. Dio è Trinità d’Amore: Dono reciproco del Padre e
del Figlio che amano il loro Amore Personale, lo Spirito Santo. Sappiamo che
questo mistero divino illumina la natura e il senso profondo del matrimonio
cristiano, il quale è la realizzazione più perfetta del matrimonio naturale.
Quest’ultimo fin dall’inizio porta l’impronta di Dio: «Dio creò l’uomo a sua
immagine; maschio e femmina li creò e disse loro: “Crescete e moltiplicatevi”». Ogni
matrimonio, poi, tra battezzati è sacramento. È sacramento in forza del
Battesimo, che introduce la nostra vita in quella di Dio, facendoci
«partecipi della natura divina», mediante l’incorporazione al suo Divin
Figlio, Verbo Incarnato, nel quale noi non formiamo che un solo corpo, la
Chiesa. Si
comprende allora perché l’amore di Cristo alla Chiesa sia stato paragonato
all’amore indissolubile che unisce l’uomo alla donna e come possa essere
efficacemente significato da quel grande sacramento che è il matrimonio
cristiano, destinato a svilupparsi nella famiglia cristiana, Chiesa
domestica, nel modo stesso in cui l’amore di Cristo e della Chiesa assicura
la comunione ecclesiale, visibile e portatrice fin d’ora dei beni celesti.
Ecco perché il matrimonio cristiano è un sacramento che opera una specie di
consacrazione a Dio; è un ministero dell’amore che, mediante la sua
testimonianza, rende visibile il senso dell’amore divino e la profondità del
dono coniugale vissuto nella famiglia cristiana; è un impegno di paternità e
di maternità; del quale il reciproco amore delle persone divine è la
sorgente, l’immagine perfettissima, ineguagliabile. Questo mistero si
affermerà e si realizzerà in ogni partecipazione alla missione della Chiesa,
nella quale gli sposi cristiani devono dare prova di amore e testimoniare
l’amore che essi vivono tra di loro, con e per i propri figli, in quella
cellula ecclesiale, fondamentale e insostituibile, che è la famiglia
cristiana. 4.
Se evoco brevemente davanti a voi la ricchezza e la profondità del matrimonio
cristiano, lo faccio principalmente per sottolineare la bellezza, la
grandezza e la vastità della vostra missione, dato che la maggior parte del
vostro lavoro riguarda cause matrimoniali. Il vostro lavoro è giudiziario, ma
la vostra missione è evangelica, ecclesiale e sacerdotale, rimanendo nello
stesso tempo umanitaria e sociale. Anche
se la validità di un matrimonio suppone alcuni elementi essenziali, che sotto
il profilo giuridico devono essere chiaramente espressi e tecnicamente
applicati, è tuttavia necessario considerare tali elementi nel loro pieno
significato umano ed ecclesiale. Sottolineando questo aspetto teologico
nell’elaborazione delle sentenze, voi offrirete la visione del matrimonio
cristiano voluto da Dio come immagine divina e come modello e perfezione di
ogni unione coniugale umana. Questo vale per ogni cultura. La dottrina della
Chiesa non si limita alla sua espressione canonica e quest’ultima - come
vuole il Concilio Vaticano II - deve essere vista e compresa nella vastità
del mistero della Chiesa. Questa norma conciliare sottolinea l’importanza del
diritto ecclesiale - Ius ecclesiale - e ne illumina opportunamente la
natura di diritto di comunione, diritto di carità, diritto dello
Spirito. 5.
Le vostre sentenze, illuminate da questo mistero di amore divino e umano,
acquistano una grande importanza, partecipando - in modo vicario - del
ministero di Pietro. Infatti, in nome suo voi interrogate, giudicate e
sentenziate. Non si tratta di una semplice delega, ma di una partecipazione
più profonda alla sua missione. Indubbiamente
l’applicazione del nuovo Codice può correre il rischio di interpretazioni
innovative imprecise o incoerenti, particolarmente nel caso di perturbazioni
psichiche invalidanti il consenso matrimoniale, o in quello dell’impedimento
del dolo e dell’errore condizionante la volontà come anche
nell’interpretazione di alcune nuove norme procedurali. Tale
rischio deve essere affrontato e superato con serenità mediante uno studio
approfondito sia della reale portata della Norma canonica, sia di tutte le
concrete circostanze che configurano il caso, mantenendo sempre viva la
coscienza di servire unicamente Dio, la Chiesa e le anime, senza cedere ad
una superficiale mentalità permissiva che non tiene nel dovuto conto le
inderogabili esigenze del matrimonio-sacramento. 6.
Vorrei anche dire una parola sull’opportunità che l’esame delle cause non si
protragga troppo a lungo. So benissimo che la durata del processo non dipende
soltanto dai giudici che devono decidere: vi sono molti altri motivi che
possono causare ritardi. Ma voi, ai quali è stato affidato il compito di
amministrare la giustizia, per portare così la pace interiore a tanti fedeli,
dovete impegnarvi al massimo perché l’iter si svolga con quella sollecitudine
che il bene delle anime richiede e che il nuovo Codice di Diritto Canonico
prescrive, quando afferma: «Le cause non si protraggano più di un anno nel
tribunale di prima Istanza, e non più di sei mesi nel tribunale di seconda
Istanza» [LE 5171]. Che
nessun 7.
Prima di concludere, vorrei ancora esortarvi a vedere il vostro servizio
ecclesiale nel contesto generale dell’attività degli altri Dicasteri della
Curia Romana, con speciale riferimento a quelli che si occupano di materie
aventi relazione con l’attività giudiziaria in genere e con quella in materia
matrimoniale in specie. Va
inoltre valutato l’influsso della Rota Romana sull’attività dei Tribunali
ecclesiastici regionali e diocesani. La giurisprudenza rotale, in
particolare, è sempre stata e deve continuare ad essere per essi un sicuro
punto di riferimento. Lo
«Studio rotale» vi dà la possibilità di mettere la vostra dottrina e la
vostra esperienza giudiziaria a disposizione di coloro che si preparano a
diventare Giudici o Avvocati e di coloro che vogliono approfondire la
conoscenza del diritto della Chiesa. Grazie ad esso voi contribuite al
rifiorire dell’interesse per lo studio del Codice di Diritto Canonico [LE
5171] e fornite occasione di un sempre maggior approfondimento di questa
materia nelle Facoltà di Diritto Canonico. Di
gran cuore, pertanto, esprimo il mio vivo apprezzamento per il vostro lavoro
serio e costante e benedico il vostro impegno ed il vostro ministero. Dio,
che è amore, rimanga sempre la vostra luce, la vostra forza, la vostra
pace.
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