IL DIO POLITICO

Capita di frequente d’essere contestati (anche con acredine) allorché si nomina l’eterna Parola di Dio. Potrei citare ad esempio le numerose lettere di gay che si sono arrabbiati per aver ricordato che l’omosessualità è un peccato mortale e che la loro destinazione, in mancanza di conversione, è l’inferno. Ciò vale ovviamente anche per altri peccati gravi come l’omicidio, l’adulterio, le orge ecc. Peccati che "il mondo" tende a rimuovere dalla legge oggettiva e dalla propria coscienza. Un valido aiuto in tal senso "il mondo" lo riceve dalla "predicazione" dei moderni profeti di Baal.

Ma il Signore non è un Dio politico che cerca elettori; cosa si debba intendere per bene e male l’ha stabilito eternamente Lui e non gli uomini. L’enciclica di Papa Giovanni Paolo II "Veritatis splendor", che molti cosiddetti cattolici dimostrano di non conoscere, ribadisce tale fondamentale concetto. Non esiste il relativismo morale! Dio non mostra comprensione per i peccati come qualcuno ama pensare. Il Signore stigmatizza il peccato e richiama il peccatore alla conversione: cioè lo invita costantemente a non peccare più ed a chiedere di frequente perdono dei peccati commessi. Poiché Dio ama, non prende in giro (diversamente dall’antico "seduttore"); non ha eliminato il senso del peccato in nome della modernizzazione. Come recita il Qoèlet (1,9) "Non c’è nulla di nuovo sotto il sole"; i peccati sono rimasti gli stessi. Gesù non è venuto ad abolire la legge ed i profeti, ma a redimere il mondo immerso nelle tenebre. Non ci ha detto di continuare a peccare ma, anche mediante la Regina dei profeti, ci invita continuamente alla conversione ed alla purificazione. Ci ha parlato del pericolo dell’inferno (Mt. 25,31 seg.) e ci ha insegnato ad astenerci dal peccato per evitarlo. Il Signore è Dio d’infinita misericordia; pronto a perdonare ogni peccato a chi gli chiede, sinceramente pentito, perdono delle proprie colpe. Non accetta però l’eliminazione del concetto di peccato per piacere al mondo, in quanto ciò annullerebbe la sua Eterna Parola e lo renderebbe ingiusto nei confronti delle passate generazioni. I comandamenti valgono per tutte le generazioni e non solo per quanti andavano a cavallo o a piedi. Lo Spirito Santo nella Sacra Scrittura ha spiegato che cosa s’intenda per peccato; non ha delegato agli uomini tale potere. Neanche la Chiesa può cambiare la Sacra Scrittura o addolcire i peccati!

Purtroppo certe teorie serpeggianti, che attecchiscono facilmente in chi ignora la Bibbia (e tra i cattolici vi è un’ignoranza spaventosa delle Scritture), stimolano a credere che ormai tutto è lecito! Ed ecco la levata di scudi contro chi rammenta, in quanto testimone scomodo, l’eterna verità della Parola di Dio; preferendo al medesimo quanti invece sono "comprensivi" del loro costante stato di peccato. Con tale atteggiamento hanno creato nel loro immaginario teologico un Dio politico; che cerca clienti e non credenti! E con ciò vanificano tutta la predicazione dei profeti (basti pensare anche a Giovanni il Battista che stigmatizzava il peccato, mentre richiamava ad un battesimo di penitenza) e trasformano Dio, volenti o nolenti, in un "idolo consumistico" da interpretare a proprio uso e consumo. Ma il Signore è Dio d’infinita misericordia che concede a coloro che gli chiedono perdono delle proprie colpe, ma è anche Dio di perfetta giustizia che amministra nei confronti di quanti non si appellano alla Sua infinita misericordia. Dei due ladroni si è salvato solo quello che negli ultimi istanti della sua vita gli ha chiesto perdono. Non l’altro!