Bergoglio e la lavanda
dei piedi ai musulmani
Il
picconatore Bergoglio ha colpito ancora. In occasione del Giovedì Santo ha lavato i
piedi, non ai discepoli, come fece il
Suo Maestro (capo e fondatore della chiesa che Bergoglio
ha scelto ed accettato di servire), ma anche a dei musulmani che
lui considera fratelli, diversamente da Gesù
Cristo che ha ben chiarito quali sono i
Suoi fratelli in quanto, purtroppo, non
siamo tutti figli di Dio. In occasione della
lavanda dei piedi ai non cristiani è avvenuto il consueto miracolo.
Improvvisamente i problemi fisici che impediscono a Bergoglio
di inginocchiarsi davanti al Santissimo o alle Statue della Madonna scompaiono
d’incanto e Bergoglio si inginocchia senza problemi
per lavare i piedi ai “non fratelli in Cristo”. Chi gridasse al segno divino
dovrebbe poi spiegare per quale motivo invece è quasi svenuto, pur seduto,
davanti all’immagine miracolosa della Morenita oppure
dovrebbe spiegare per quali ragioni, nonostante i baci ed
abbracci di Bergoglio agli ammalati, nessuno guarisce,
mentre chi si trovava
nell’ombra di papa Pietro guariva. Bergoglio, con questo gesto in contrasto con quello di Gesù
e dei successori, ha confermato la “sua rivoluzione” come evidenziato nei
seguenti articoli:
La
preghiera del silenzio di papa Bergoglio
Ma, in particolare, avvalora quanto scritto
nel “vangelo
di non è Francesco”!
Per meglio comprendere l’abissale differenza
tra la lavanda dei piedi dei discepoli e quella di Bergoglio
riporto quanto segue. Se comunque Gesù avesse voluto proporre un insegnamento
diverso sarebbe andato per le strade a lavare i piedi ai poveri, ai profughi
del tempo ecc. Invece li ha lavati
solo ai discepoli per le ragioni ben spiegate dai papi che hanno preceduto Bergoglio.
20. Gesù chiede di seguirlo e di imitarlo
sulla strada dell'amore, di un amore che si dona totalmente ai fratelli per
amore di Dio: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli
altri, come io vi ho amati» (Gv 15,12).
Questo «come» esige l'imitazione di Gesù, del suo amore di cui la
lavanda dei piedi è segno: «Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i
vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato
infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,14-15).
Giovanni Paolo II http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor.html
Il Giovedì
Santo, mediante l'istituzione dell'Eucaristia e
del sacerdozio, così come attraverso la lavanda dei piedi, Gesù ha chiaramente
mostrato agli Apostoli radunati il senso della sua Passione e della sua morte.
Li ha inoltre introdotti nel mistero della nuova Pasqua e della Risurrezione…2.
La lavanda dei piedi, manifestazione di amore perfetto, è il segno distintivo
dei discepoli: «Vi ho dato l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche
voi» (Gv 13, 15). Gesù, Maestro e Signore,
lascia il suo posto a tavola per prendere quello del servo. Inverte i ruoli,
manifestando la radicale novità della vita cristiana. Fa vedere
umilmente che amare con parole e con atti consiste anzitutto nel servire i
fratelli. Chi non l'accetta, non può essere suo discepolo. Al contrario,
colui che serve, riceve la promessa della salvezza eterna…..Lavando
i piedi ai discepoli, Gesù anticipa l'umiliazione della morte in croce,
mediante la quale egli servirà il mondo in modo assoluto. Fa vedere che il suo
trionfo e la sua gloria passano attraverso il sacrificio ed il servizio:
tale è anche il cammino di ogni cristiano……Cari giovani, come membri della
Chiesa, è vostro compito continuare il gesto del Signore: la lavanda dei
piedi prefigura tutte le opere d'amore e di misericordia che i discepoli di
Cristo compiranno nel corso della storia, per far crescere la comunione tra gli
uomini. Oggi anche voi siete chiamati ad impegnarvi in tale senso: accettando
di seguire Cristo, voi annunciate che il cammino dell'amore perfetto passa
attraverso il dono totale e costante di se stessi.
Quando uomini soffrono, quando sono umiliati dalla miseria e dall'ingiustizia,
quando sono disprezzati nel loro diritti, sia vostra cura servirli; la Chiesa
invita tutti i suoi figli ad impegnarsi affinché ogni persona possa vivere ed
essere riconosciuta nella sua dignità primordiale di figlio di Dio. Ogni volta
che serviamo i fratelli, non ci allontaniamo da Dio; al contrario, lo
incontriamo sul nostro cammino e lo serviamo. «Quanto avrete fatto al più
piccolo dei miei fratelli, l'avete fatto a me»
Giovanni Paolo II http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/speeches/1997/august/documents/hf_jp-ii_spe_19970821_meditation.html
La lavanda dei piedi sta ad esprimere il servizio di
un’umile carità. Durante l’Ultima Cena, Cristo desidera rivelare se stesso come colui che serve: “Io sto in mezzo a voi
come colui che serve” (Lc 22, 27). Vero discepolo di Cristo è soltanto
colui che ha “parte” con il Maestro, pronto a servire come Lui. Il servizio,
infatti, cioè la cura delle necessità degli altri, costituisce l’essenza di ogni
potere. Servire significa regnare. 2. Nell’ora in cui si appresta a dar
compimento al mistero pasquale, Cristo si manifesta in mezzo a noi come colui
che serve. Appare, infatti, agli occhi dei discepoli la vera ragione ultima
della sua venuta nel mondo: il ministero della redenzione dell’uomo e della
salvezza del mondo.
Giovanni Paolo II http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/1994/documents/hf_jp-ii_hom_19940331_cena-domini.html
. L’evangelista Giovanni, che ci ha
trasmesso la promessa di questa Eucaristia (cf. Gv 6, 51-59), e ce ne ha mostrato l’importanza per
la fede dei discepoli e per la nostra (Gv 6,
60-71), ci descrive anche, in occasione dell’ultima cena di Gesù, la lavanda
dei piedi (cf. Gv
13, 1-16).
Perché egli ha voluto mettere al posto
del racconto dell’istituzione dell’Eucaristia, che si trova presso gli altri
evangelisti e anche in san Paolo (cf. 1 Cor 11, 17-34), il racconto della lavanda dei piedi? Ce
ne dà egli stesso la spiegazione, inquadrando il racconto, come avete sentito,
con il riferimento all’amore supremo di Gesù: “Egli li amò fino alla fine” (Gv 13, 1), e con l’esortazione a seguire l’esempio
che il Maestro aveva appena dato: “Se dunque io vi ho lavato i piedi, io, il
Signore e il Maestro, dovete anche voi lavarvi i piedi l’un l’altro” (Gv 13, 14). Giovanni PaoloII
http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/homilies/1983/documents/hf_jp-ii_hom_19830309_congresso-eucaristico.html