I
due inferni e il dialogo col diavolo
Dopo l’omelia di Bergoglio a Santa Marta abbiamo scoperto
che vi sono due inferni. Quello biblico mostrato
dalla Madonna a Fatima, la cui descrizione è riportata sul sito del Vaticano, e
quello enunciato dal papa rinnovatore.
Scopriamo le differenze tra i due inferni prima di parlare
del dialogo con satana “proibito” da Bergoglio.
L’Inferno
biblico mostrato dalla Madonna a Fatima
“Bene.
Il segreto consta di tre cose distinte, due delle quali sto per rivelare.
La
prima dunque, fu la visione dell'inferno.
La
Madonna ci mostrò un grande mare di fuoco, che sembrava stare sotto terra.
Immersi in quel fuoco, i demoni e le anime, come se fossero braci trasparenti e
nere o bronzee, con forma umana che fluttuavano nell'incendio, portate dalle
fiamme che uscivano da loro stesse insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte
le parti simili al cadere delle scintille nei grandi incendi, senza peso né
equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e disperazione che mettevano orrore e
facevano tremare dalla paura. I demoni si riconoscevano dalle forme orribili e
ributtanti di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa
visione durò un momento. E grazie alla nostra buona Madre del Cielo, che prima
ci aveva prevenuti con la promessa di portarci in Cielo (nella prima
apparizione), altrimenti credo che saremmo morti di spavento e di terrore”.
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/documents/rc_con_cfaith_doc_20000626_message-fatima_it.html
L’inferno
predicato da Bergoglio: un inferno che piace a molti preti e a tutti i
peccatori incalliti.
D’altronde il vescovo di Roma ha il vizietto di cambiare
l’eterna parola di Dio come nel caso della modifica dell’”Ama il prossimo tuo
come te stesso” insegnato da Gesù con il Bergogliano
“Ama il prossimo tuo più di te stesso” http://agensir.it/quotidiano/2016/5/4/papa-francesco-scalfari-repubblica-il-papa-ci-dice-di-amare-il-prossimo-piu-di-noi-stessi/ . Per migliori chiarimenti si rinvia a http://www.genitoricattolici.org/news/antipapa.htm
“La dannazione eterna non è sala di tortura
ma lontananza da Dio”.
Bergoglio
La
semplice lontananza da Dio non incute certo sgomento tra i peccatori, e
soprattutto tra gli atei, dato che il loro ragionamento è semplice “Dio non
l’ho mai visto e neppure sentito. Ho sempre agito come ho voluto e quindi
chissenefrega se Dio (ammesso che esista) non lo vedrò nell’aldilà!”. La
dannazione immaginata da Bergoglio contrasta con il passo biblico “Tremate e
non peccate” Salmo 4 cap. 5 e con la visione dei santi http://www.centrosangiorgio.com/armi_soprannaturali/inferno_visto_santi/inferno_visto_dai_santi.htm
Il
dialogo col diavolo
“Lui è un bugiardo, di più: è il padre della menzogna, lui
genera menzogne, è un truffatore. Ti fa credere che se mangi questa mela sarai
come un Dio. Te la vende così e tu la compri e alla fine ti truffa, ti inganna,
ti rovina la vita. ‘Ma, padre, come possiamo fare noi per non lasciarci
ingannare dal diavolo?’. Gesù ci insegna: mai dialogare col diavolo. Col
diavolo non si dialoga. Cosa ha fatto Gesù col diavolo? Lo cacciava via, gli
domandava il nome ma non il dialogo”.
Anche nel deserto, infatti, soggiunge il Papa, Gesù non ha “mai
usato una parola propria perché era ben consapevole del pericolo”. “Nelle tre
risposte che ha dato al diavolo, si è difeso con la Parola di Dio”, la “Parola
della Bibbia”. Mai dunque, dialogare con questo “bugiardo” e “truffatore”,
sottolinea ancora il Papa, “che cerca la nostra rovina” e che “per questo sarà
gettato nell’abisso”.
Papa Bergoglio
Due parole vanno doverosamente spese per il
dialogo con satana. Innanzitutto va tenuto ben distinto il colloquio tra Eva e
il serpente, riportato nel libro della Genesi, dal resto. In questo caso, ha perfettamente
ragione Bergoglio, quando denuncia la pericolosità del “dialogo” col maligno
visto come sono andate a finire le cose. Un altro discorso è la lotta-dialogo nel
deserto tra Gesù e il demonio condotta a suon di citazioni Bibliche, menzionate
correttamente dal Divin Maestro e, in maniera
creativo-modernista, dal demonio. Infine è necessario rammentare l’importanza
dell’interrogatorio del diavolo in occasione degli esorcismi e qui rimando gli
interessati a quanto scritto in http://www.genitoricattolici.org/interrogatorio%20demonio.htm . Se Bergoglio facesse gli esorcismi, come suo dovere
evangelico, scoprirebbe l’importanza di tale interrogatorio previsto nel
vecchio rituale romano esorcistico, soppiantato da quello “politicamente
corretto” e scritto da chi non ha mai effettuato esorcismi. Un interrogatorio
non esente dal rischio di vedersi rinfacciati dal diavolo determinati
comportamenti, peccati o eresie.
Ma veniamo allo stigmatizzato dialogo da parte di Bergoglio “Lui è un bugiardo, di più: è il padre della
menzogna, lui genera menzogne, è un truffatore. Ti fa credere che se mangi
questa mela sarai come un Dio. Te la vende così e tu la compri e alla fine ti
truffa, ti inganna, ti rovina la vita. ‘Ma, padre, come possiamo fare noi per
non lasciarci ingannare dal diavolo?’. Gesù ci insegna: mai dialogare col
diavolo. Col diavolo non si dialoga. Cosa ha fatto Gesù col diavolo? Lo
cacciava via, gli domandava il nome ma non il dialogo”.
Giusto,
ma c’è un particolare che conviene rammentare in quanto insegnato direttamente
da Gesù “Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: - Lungi da me, satana!
Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”Mt. 16,23.
Con tali Parole il Signore ci ha insegnato che
persino un papa può essere in certi casi ispirato dal maligno e pronunciare
frasi “secondo gli uomini - ispirati da satana” e non secondo Dio. Quindi, a
cascata, possiamo arguire che certi ecclesiastici a tutti i livelli, certi
teologi, certi catechisti, certi insegnanti, certi leader religiosi, certi politici,
certi giornalisti, certi confessori che insegnano alle penitenti che se fanno
sesso con loro non commettono peccato ecc. parlano ispirati dal maligno. Per
non parlare dei posseduti incarnati*** molti dei quali occupano posizione di
potere nel mondo. Allora, che facciamo? Non dialoghiamo con mezzo mondo?
Quindi prendiamo esempio da papa Bergoglio che
dialoga, senza problemi, anche con tutti gli ispirati da satana (certi capi di
Stato e certi personaggi puzzano di zolfo lontano un miglio). Dobbiamo però essere
convinti che Il Signore ci ha donato i sacramenti, l’incessante preghiera e la
Sua eterna Parola per capire quando incontriamo satana per interposta persona, onde
non cadere nelle sue seduzioni, come Eva e Adamo. Purtroppo in quest’epoca
modernista ed atea siamo circondati dagli strumenti delle tenebre!
Dulcis in fundo, caro papa Bergoglio
l’espressione “, Gesù non ha “mai usato una parola propria perché era ben
consapevole del pericolo” lascia intendere che Gesù fosse solo un
santo uomo o un semplice profeta come credono i tuoi fratelli islamici http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/11/papa-francesco-chiama-fratelli-musulmani-rispetto-reciproco/682379/ . No, Gesù è vero uomo e
vero Dio. Non solo, ma lui è la Parola
di Dio! (Gv 1,1 seg.) Certo, bisogna crederci.
A.
M.
***Demoni incarnati
Di
nuovo il diavolo lo condusse sopra un monte altissimo e gli mostrò i regni del
mondo con la loro gloria e gli disse:
«Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandotí,
mi adorerai» (Mt 4,8).
«Gli empi invocano su di sé la morte con gesti e con parole,ritenendola amica si consumano per essa e con essa concludono alleanza, perché sono
degni di appartenerle» (Sap 1,16).
«Avete irritato il vostro Creatore, sacrificando ai demoni e non a Dio» (Baruc 4,7).
«Allora la terra intera presa d'ammirazione, andò dietro alla bestia e
gli uomini adorarono il drago perché aveva dato il potere alla bestia e
adorarono la bestia... »
(Ap
13,3 seg.).
«...Perciò
ecco che cosa vi dico: satana si prende gioco di voi e delle vostre
anime...» (Messaggio
della Madonna di Medjugorje del 25/3/1992).
Che
sia possibile fare un patto diabolico lo ricaviamo dalle frasi bibliche sopra
riportate; ma impariamo anche che poi si va all'inferno «...Qual vantaggio
infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria
anima?» (Mt 16,26). Mediante il patto diabolico, in cambio di «illusioni
temporanee», come il demonio stesso ha considerato ciò che per qualche anno
offre in cambio dell'anima, il «patteggiatore» baratta la propria anima che
affida alla «signoria» del demonio. Quella persona diventa un demonio
incarnato: praticamente permette al diavolo di agire tramite il suo corpo.
Molti uomini di «potere» in senso assoluto e vario sono dei demoni incarnati.
Possono convertirsi anche loro? Certamente, anche se il diavolo fa credere loro
il contrario, impaurendoli se tentano di redimersi. Vi sono poi alcune donne
che vendono l'anima in cambio di «potere» e... di sesso. E vanno a letto anche
col diavolo! Possibile? La Bibbia risponde affermativamente: «Quando gli uomini
cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio
videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne
vollero» (Angeli decadutí - NDA) (Gn
6,1 seg.). La mitologia greca e romana, se non erro, è piena di queste unioni
tra dei e umani. Ricordo che durante un esorcismo il diavolo che possedeva
una donna rispose, riferendosi a quest'ultima, all'esorcista che gli intimava
d'andarsene: «Se viene a letto con me!». Mons. Milingo (prima di cadere vittima
lui stesso del maligno) nel libro «Immersione nel mondo delle tenebre»
scrive: «Un agente del diavolo, (di solito, è un individuo solitario. Deve
mangiare determinatí cibi, scelti dagli spiriti. Usa
propri recipienti, che non devono essere usati da nessun'altri che lui. Deve
indossare indumenti speciali come simbolo del suo ufficio. Ad alcuni fra loro,
dal giorno in cui diventano agenti del diavolo, non è più consentito vivere
con le loro mogli o mariti. Quindi essi risultano sposati agli spiriti maligni.
E già alquanto improbo ricondurre un agente del demonio all'ovile, ma ben più
difficile risulta aiutare colui che sia stato sposato agli spiriti malvagi.
Il solo pensiero mi dà i brividi. Questo sistema di vita è una consacrazione
differente da come usualmente la concepiamo, bensì un'unione con il demonio al
di là della comune possessione. Si tratta di una completa comunione di se
stessi col diavolo. Accade che sia lo stesso demonio a stringere i legami di
questo connubio. A costui il diavolo darà qualsiasi cosa e gli permetterà di
far mostra di ogni specie di prodigi e portenti”. Se
qualche lettore ha visto il film «Le streghe di Eastwk»,
girato da «intenditori», che rappresenta un «sabba moderno», ricorderà come le
tre donne protagoniste che avevano, annoiate, evocato il diavolo, furono da
lui «sedotte» con sesso e denaro. In seguito, spaventate, cercarono idolatrícamente (con mezzi cioè vietati dalla Bibbia -
Deuteronomio 18,10) di allontanarlo e poi... ne sentirono la nostalgia.
Provate ad immaginare di esorcizzare una di queste, non sufficientemente
convertita che, da un lato si fa esorcizzare e dall'altro... tiene buono il
diavolo, magari con qualche sabba o messa nera!
Perché
i demoni incarnati vanno dall'esorcista? Per esaurirlo e renderlo insicuro
sulla forza di Dio. Dato che nascostamente vogliono restare col diavolo o non
sono sufficientemente convertiti, l'esorcismo è di conseguenza, per il rispetto
del libero arbitrio voluto da Signore, poco efficace e l'esorcista perde
fiducia, si esaurisce e... alcune volte passa dalla parte del demonio
credendolo erroneamente più potente. Non è possibile esorcizzare se non si
prega fortemente e non ci si basa esclusivamente sulla Bibbia «...Satana è forte
e vuol disturbare i miei progetti di pace e di gioia e farvi pensare che mio
Figlio non sia forte in ciò che ha deciso... » (Messaggio della Madonna di
Medjugorje del 25/8/1991).
Molte
vendette nei confronti degli esorcisti il diavolo le compie perché costoro, a
cui il Signore ha dato il potere di «...camminare sopra i serpenti e gli
scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare...» (Le
10,19), non ottemperano alla Parola di Dio: «Non aver fretta d'imporre le mani
ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui. Conservati puro!» (1 Tim
5,22), incappando così nella punizione prevista per i disubbidienti (1 Re 13,1
seg.).