Quale papa?
Spesso, in occasione di discussioni o
nell’ascolto di omelie, si ode l’affermazione perentoria “Bisogna ascoltare il
papa?” . Già, ma quale Papa? Non si tratta di una domanda fuori contesto o
capziosa, ma di una replica indispensabile in quanto ci troviamo di fronte a
pareri papali discordanti.
Facciamo qualche esempio emblematico.
a)
Riguardo alle riunioni interreligiose, che raccolgono chi riconosce Gesù Cristo come
vero Dio e vero uomo accanto a chi nega la sua divinità, Papa Pio XI ha affermato
categoricamente “….Un obiettivo non dissimile
cercano di ottenere alcuni per quanto riguarda l’ordinamento della Nuova Legge,
promulgata da Cristo Signore. Persuasi che rarissimamente si trovano uomini
privi di qualsiasi sentimento religioso, sembrano trarne motivo a sperare che i
popoli, per quanto dissenzienti gli uni dagli altri in materia di religione,
pure siano per convenire senza difficoltà nella professione di alcune dottrine,
come su un comune fondamento di vita spirituale. Perciò sono soliti indire congressi, riunioni, conferenze, con largo
intervento di pubblico, ai quali sono invitati promiscuamente tutti a
discutere: infedeli di ogni gradazione, cristiani, e persino coloro che
miseramente apostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la
divinità della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenere
l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che
suppone buone e lodevoli tutte le religioni, in quanto tutte, sebbene in
maniera diversa, manifestano e significano egualmente quel sentimento a tutti
congenito per il quale ci sentiamo portati a Dio e all’ossequente
riconoscimento del suo dominio. Orbene, i seguaci di siffatta teoria, non
soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione
depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo
e l’ateismo; donde chiaramente consegue che quanti aderiscono ai fautori di
tali teorie e tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da
Dio…..” http://www.vatican.va/holy_father/pius_xi/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_19280106_mortalium-animos_it.html - “Veniamo ora ad un’altra sorgente
trabocchevole dei mali, da cui piangiamo afflitta presentemente la Chiesa:
vogliamo dire l’indifferentismo,
ossia quella perversa opinione che per fraudolenta opera degl’increduli si
dilatò in ogni parte, e secondo la quale si possa in qualunque professione di
Fede conseguire l’eterna salvezza dell’anima se i costumi si conformano alla
norma del retto e dell’onesto. Ma a voi non sarà malagevole cosa allontanare
dai popoli affidati alla vostra cura un errore così pestilenziale intorno ad
una cosa chiara ed evidentissima, senza contrasto. Poiché è affermato
dall’Apostolo che esiste "un solo
Iddio, una sola Fede, un solo Battesimo" (Ef
4,5), temano coloro i quali sognano che veleggiando sotto bandiera di qualunque
Religione possa egualmente approdarsi al porto dell’eterna felicità, e
considerino che per testimonianza dello stesso Salvatore "essi sono contro Cristo, perché non sono con
Cristo" (Lc 11,23), e che sventuratamente disperdono solo perché
con lui non raccolgono; quindi "senza
dubbio periranno in eterno se non tengono la Fede cattolica, e questa non
conservino intera ed inviolata" [Symbol. S. Athanasii]. Mirari Vos di Gregorio XVI http://digilander.iol.it/magistero/g16mirar.htm - “Risalendo alle origini della
chiesa, troviamo chiaramente affermato che Cristo è l'unico salvatore di tutti
colui che solo è in grado di rivelare Dio e di condurre a Dio. Alle autorità
religiose giudaiche che interrogano gli apostoli in merito alla guarigione
dello storpio, da lui operata, Pietro risponde: "Nel nome di Gesù Cristo
il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti,
costui vi sta innanzi sano e salvo... in nessun altro c'è salvezza: non vi è
infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo, nel quale sia stabilito che
possiamo essere salvati". Questa affermazione, rivolta al sinedrio, ha un
valore universale, poiché per tutti - giudei e gentili - la salvezza non può
venire che da Gesù Cristo. L'universalità di questa salvezza in Cristo è
affermata in tutto il Nuovo Testamento. San Paolo riconosce in Cristo risorto
il Signore: "In realtà - scrive anche se ci sono cosiddetti dèi sia nel cielo sia sulla terra, e difatti ci sono molti dèi e molti signori, per noi c'è un solo Dio, il Padre, dal
quale tutto proviene, e noi siamo per lui; e c'è un solo Signore, Gesù Cristo,
in virtù del quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui".
L'unico Dio e l'unico Signore sono affermati in contrasto con la moltitudine di
"dèi" e "signori" che il popolo
ammetteva. Paolo reagisce contro il politeismo dell'ambiente religioso del suo
tempo e pone in rilievo la caratteristica della fede cristiana: fede in un solo
Dio e in un solo Signore, inviato da Dio. Nel vangelo di san Giovanni questa
universalità salvifica di Cristo comprende gli aspetti della sua missione di
grazia, di verità e di rivelazione: "Il Verbo è la luce vera, che illumina
ogni uomo". E ancora: "Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,
che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato". La rivelazione di Dio si fa
definitiva e completa a opera del suo Figlio unigenito: "Dio, che nei
tempi antichi aveva già parlato molte volte e in diversi modi ai padri per
mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo
del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha
fatto anche il mondo". In questa Parola definitiva della sua rivelazione
Dio si è fatto conoscere nel modo più pieno: egli ha detto all'umanità chi è. E
questa autorivelazione definitiva di Dio è il motivo fondamentale per cui la
chiesa è per sua natura missionaria. Essa non può non proclamare il vangelo,
cioè la pienezza della verità che Dio ci ha fatto conoscere intorno a se stesso.
Cristo è l'unico mediatore tra Dio e gli uomini: "Uno solo, infatti, è
Dio, e uno solo il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha
dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei
tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo - dico la
verità, non mentisco -, maestro dei pagani nella fede
e nella verità". Gli uomini, quindi, non possono entrare in comunione con
Dio se non per mezzo di Cristo, sotto l'azione dello Spirito. Questa sua
mediazione unica e universale, lungi dall'essere di ostacolo al cammino verso
Dio, è la via stabilita da Dio stesso, e di ciò Cristo ha piena coscienza. Se
non sono escluse mediazioni partecipate di vario tipo e ordine, esse tuttavia
attingono significato e valore unicamente da quella di Cristo e non possono
essere intese come parallele e complementari. È contrario alla fede cristiana introdurre una qualsiasi
separazione tra il Verbo e Gesù Cristo. San Giovanni afferma chiaramente che il
Verbo, che "era in principio presso Dio", è lo stesso che "si
fece carne": Gesù è il Verbo incarnato, persona una e indivisibile. Non si
può separare Gesù da Cristo, né parlare di un "Gesù della storia",
che sarebbe diverso dal "Cristo della fede". La chiesa conosce e
confessa Gesù come "il Cristo, il Figlio del Dio vivente": Cristo non
è altro che Gesù di Nazareth, e questi è il Verbo di Dio fatto uomo per la
salvezza di tutti. In Cristo "abita corporalmente tutta la pienezza della
divinità" e "dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto".
"Il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre", è "il Figlio
diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione... Piacque a Dio di far
abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose,
pacificando col sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che
stanno sulla terra e quelle nei cieli". È proprio questa singolarità unica
di Cristo che a lui conferisce un significato assoluto e universale, per cui,
mentre è nella storia, è il centro e il fine della stessa storia: "lo sono
l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine". Se,
dunque, è lecito e utile considerare i vari aspetti del mistero di Cristo, non
bisogna mai perdere di vista la sua unità. Mentre andiamo scoprendo e
valorizzando i doni di ogni genere, soprattutto le ricchezze spirituali, che
Dio ha elargito a ogni popolo, non possiamo disgiungerli da Gesù Cristo, il
quale sta al centro del piano divino di salvezza. Come "con l'incarnazione
il Figlio di Dio s'è unito in un certo modo a ogni uomo", così
"dobbiamo ritenere che lo Spirito santo dia a tutti la possibilità di
venire in contatto, nel modo che Dio conosce, col mistero pasquale. Il disegno
divino è "di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come
quelle della terra……11. Che dire allora delle obiezioni, già ricordate, in merito alla missione
ad gentes? Nel rispetto di tutte le credenze e di
tutte le sensibilità, dobbiamo anzitutto affermare con semplicità la nostra
fede in Cristo, unico salvatore dell'uomo, fede che abbiamo ricevuto come dono
dall'alto senza nostro merito. Noi diciamo con Paolo: "Io non mi vergogno
del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede". I
martiri cristiani di tutti i tempi anche del nostro hanno dato e continuano a
dare la vita per testimoniare agli uomini questa fede, convinti che ogni uomo
ha bisogno di Gesù Cristo, il quale ha sconfitto il peccato e la morte e ha
riconciliato gli uomini con Dio. Cristo si è proclamato Figlio di Dio,
intimamente unito al Padre e, come tale, è stato riconosciuto dai discepoli,
confermando le sue parole con i miracoli e la risurrezione da morte. La chiesa
offre agli uomini il vangelo, documento profetico, rispondente alle esigenze e
aspirazioni del cuore umano: esso è sempre "buona novella". La chiesa
non può fare a meno di proclamare che Gesù è venuto a rivelare il volto di Dio
e a meritare con la croce e la risurrezione, la salvezza per tutti gli uomini.
All'interrogativo: perché la missione? noi rispondiamo con la fede e con
l'esperienza della chiesa che aprirsi all'amore di Cristo è la vera
liberazione. In lui, soltanto in lui siamo liberati da ogni alienazione e
smarrimento, dalla schiavitù al potere del peccato e della morte. Cristo è
veramente "la nostra pace", e "l'amore di Cristo ci
spinge", dando senso e gioia alla nostra vita. La missione è un problema
di fede, è l'indice esatto della nostra fede in Cristo e nel suo amore per noi.
La tentazione oggi è di ridurre il cristianesimo a una sapienza meramente
umana, quasi scienza del buon vivere. In un mondo fortemente secolarizzato è
avvenuta una "graduale secolarizzazione della salvezza", per cui ci
si batte, sì, per l'uomo, ma per un uomo dimezzato, ridotto alla sola
dimensione orizzontale. Noi invece, sappiamo che Gesù è venuto a portare la
salvezza integrale, che investe tutto l'uomo e tutti gli uomini, aprendoli ai
mirabili orizzonti della filiazione divina. Perché la missione? Perché a noi,
come a san Paolo, "è stata concessa la grazia di annunziare ai pagani le
imperscrutabili ricchezze di Cristo". La novità di vita in lui è la
"buona novella" per l'uomo di tutti i tempi: a essa tutti gli uomini
sono chiamati e destinati. Tutti di fatto la cercano, anche se a volte in modo
confuso, e hanno il diritto di conoscere il valore di tale dono e di accedervi.
La chiesa e, in essa, ogni cristiano non può nascondere né conservare per sé
questa novità e ricchezza, ricevuta dalla bontà divina per esser comunicata a
tutti gli uomini. Ecco perché la missione, oltre che dal mandato formale del
Signore, deriva dall'esigenza profonda della vita di Dio in noi. Coloro che
sono incorporati nella chiesa cattolica devono sentirsi dei privilegiati, e per
ciò stesso maggiormente impegnati a testimoniare la fede e la vita cristiana
come servizio ai fratelli e doverosa risposta a Dio, memori che "la loro
eccellente condizione non è da ascrivere ai loro meriti, ma a una speciale
grazia di Cristo; per cui, se non vi corrispondono col pensiero, con le parole
e con le opere, lungi dal salvarsi, saranno più severamente giudicati". “Redemptoris missio
di Giovanni Paolo II http://digilander.iol.it/magistero/gp2redmi.htm . Papa Francesco ha invece affermato “…Saluto poi e ringrazio cordialmente
tutti voi, cari amici appartenenti ad altre tradizioni religiose; innanzitutto
i Musulmani, che adorano Dio unico, vivente e misericordioso, e lo invocano
nella preghiera, e voi tutti. Apprezzo molto la vostra presenza: in essa vedo
un segno tangibile della volontà di crescere nella stima reciproca e nella cooperazione
per il bene comune dell’umanità. La Chiesa cattolica è consapevole
dell’importanza che ha la promozione dell’amicizia e del rispetto tra uomini e
donne di diverse tradizioni religiose - questo voglio ripeterlo: promozione
dell’amicizia e del rispetto tra uomini e donne di diverse tradizioni religiose
- lo attesta anche il
prezioso lavoro che svolge il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso. Essa è ugualmente consapevole della responsabilità che tutti
portiamo verso questo nostro mondo, verso l’intero creato, che dobbiamo amare e
custodire. E noi possiamo fare molto per il bene di chi è più povero, di chi è
debole e di chi soffre, per favorire la giustizia, per promuovere la
riconciliazione, per costruire la pace. Ma, soprattutto, dobbiamo tenere viva
nel mondo la sete dell’assoluto, non permettendo che prevalga una visione della
persona umana ad una sola dimensione, secondo cui l’uomo si riduce a ciò che
produce e a ciò che consuma: è questa una delle insidie più pericolose per il
nostro tempo…..” http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/march/documents/papa-francesco_20130320_delegati-fraterni_it.html .
b)
Riguardo all’agire secondo
coscienza Giovanni Paolo
II scrive nell’enciclica Veritatis Splendor , promulgata per combattere il relativismo etico “…In seguito
a quel misterioso peccato d'origine, commesso per istigazione di Satana, che è
«menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44),
l'uomo è permanentemente tentato di distogliere il suo sguardo dal Dio vivo e
vero per volgerlo agli idoli (cf 1 Ts 1,9), cambiando «la verità di Dio con la
menzogna» (Rm 1,25); viene allora
offuscata anche la sua capacità di conoscere la verità e indebolita la sua
volontà di sottomettersi ad essa. E così, abbandonandosi al relativismo e allo
scetticismo (cf. Gv 18,
38), egli va alla ricerca di una illusoria libertà al di fuori della stessa
verità…..Ogni uomo non
può sfuggire alle domande fondamentali: Che
cosa devo fare? Come discernere il bene dal male? La risposta è possibile solo
grazie allo splendore della verità che rifulge nell'intimo dello spirito umano,
come attesta il salmista: «Molti dicono: "Chi ci farà vedere il
bene?". Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto» (Sal 4,7)………La
luce del volto di Dio splende in tutta la sua bellezza sul volto di Gesù
Cristo, «immagine del Dio invisibile» (Col 1,15),
«irradiazione della sua gloria» (Eb 1,3), «pieno di grazia e di
verità» (Gv 1,14):
Egli è «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Per questo la risposta decisiva
ad ogni interrogativo dell'uomo, in particolare ai suoi interrogativi religiosi
e morali, è data da Gesù Cristo, anzi è Gesù Cristo stesso, come ricorda il
Concilio Vaticano II: - In realtà, solamente
nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era
figura di quello futuro, e cioè di Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo
Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore, svela anche
pienamente l'uomo all'uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione -…..È da
rilevare, in special modo, la dissonanza tra la risposta tradizionale
della Chiesa e alcune posizioni teologiche, diffuse anche in Seminari
e Facoltà teologiche, circa questioni della massima importanza per
la Chiesa e la vita di fede dei cristiani, nonché per la stessa convivenza
umana. In particolare ci si chiede: i comandamenti di Dio, che sono scritti nel
cuore dell'uomo e fanno parte dell'Alleanza, hanno davvero la capacità di
illuminare le scelte quotidiane delle singole persone e delle società intere? È
possibile obbedire a Dio e quindi amare Dio e il prossimo, senza rispettare in
tutte le circostanze questi comandamenti? È anche diffusa l'opinione che mette
in dubbio il nesso intrinseco e inscindibile che unisce tra loro la fede e la
morale, quasi che solo in rapporto alla fede si debbano decidere l'appartenenza
alla Chiesa e la sua unità interna, mentre si potrebbe tollerare nell'ambito
morale un pluralismo di opinioni e di comportamenti, lasciati al giudizio della
coscienza soggettiva individuale o alla diversità dei contesti sociali e
culturali…..Occorre che
l'uomo di oggi si volga nuovamente verso Cristo per avere da Lui la risposta su
ciò che è bene e ciò che è male. Egli
è il Maestro, il Risorto che ha in sé la vita e che è sempre presente nella sua
Chiesa e nel mondo. È Lui che schiude ai fedeli il libro delle Scritture e,
rivelando pienamente la volontà del Padre, insegna la verità sull'agire morale.
Alla sorgente e al vertice dell'economia della salvezza, Alfa e Omega della
storia umana (cf Ap 1,8;
21,6; 22,13), Cristo rivela la condizione dell'uomo e la sua vocazione
integrale. Per questo, «l'uomo che vuol comprendere se stesso fino in fondo non
soltanto secondo immediati, parziali, spesso superficiali, e perfino apparenti
criteri e misure del proprio essere deve, con la sua inquietudine e incertezza
ed anche con la sua debolezza e peccaminosità, con la sua vita e morte,
avvicinarsi a Cristo. Egli deve, per così dire, entrare in Lui con tutto se
stesso, deve "appropriarsi" ed assimilare tutta la realtà
dell'Incarnazione e della Redenzione per ritrovare se stesso. Se in lui si
attua questo profondo processo, allora egli produce frutti non soltanto di
adorazione di Dio, ma anche di profonda meraviglia di se stesso». Se
vogliamo dunque penetrare nel cuore della morale evangelica e coglierne il
contenuto profondo e immutabile, dobbiamo ricercare accuratamente il senso
dell'interrogativo posto dal giovane ricco del Vangelo e, più ancora, il senso
della risposta di Gesù, lasciandoci guidare da Lui. Gesù, infatti, con delicata
attenzione pedagogica, risponde conducendo il giovane quasi per mano, passo
dopo passo, verso la verità piena….” http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/encyclicals/documents/hf_jp-ii_enc_06081993_veritatis-splendor_it.html .
Papa Francesco ha
invece scritto “… Innanzi tutto, mi
chiede se il Dio dei cristiani perdona chi non crede e non cerca la fede.
Premesso che - ed è la cosa fondamentale - la misericordia di Dio non ha limiti
se ci si rivolge a lui con cuore sincero e contrito, la questione per chi non
crede in Dio sta nell'obbedire alla propria coscienza. Il peccato, anche per
chi non ha la fede, c'è quando si va contro la coscienza. Ascoltare e obbedire
ad essa significa, infatti, decidersi di fronte a ciò che viene percepito come
bene o come male. E su questa decisione si gioca la bontà o la malvagità del
nostro agire….” http://www.repubblica.it/cultura/2013/09/11/news/sintesi_lettera_bergoglio-66283390/
Secondo gli esempi soprariportati e
secondo altri che si potrebbero fare diventa problematico ascoltare il Papa
dato che, a causa di concetti contrapposti espressi da Papi regolarmente
eletti, ciascuno potrebbe scegliere in base alle preferenze personali! Ovviamente
il Signore nella Sua preveggenza e ben sapendo che ogni uomo (anche se papa), a
causa delle conseguenze del peccato originale e dell’influenza nefasta di
satana, può essere ispirato da Dio o influenzato da satana (emblematici a tale
proposito sono i due episodi evangelici “Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me, satana! Tu mi
sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”.Mt. 16,23 e “Disse
loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu
sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te,
Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma
il Padre mio che sta nei cieli” - Mt. 16,13 seg.), ci ha
donato la Sacra Scrittura. In base, infatti, all’eterna Parola di Dio, saremo
tutti giudicati (credenti e non) nel momento della morte. Non ci salveremo
quindi citando questo o quel Papa.
Vediamo
quindi che cosa l’eterna Parola di Dio
ha perennemente affermato riguardo alle moderne riunioni interreligiose, ai non
credenti e alla salvezza eterna.
"Sta
scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce
dalla bocca di Dio"(Mt. 4,4) – “Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti.” (Sal. 119,99) - “Gesù disse loro: "Andate in tutto il mondo
e predicate il vangelo ad ogni creatura.
Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma
chi non crederà sarà condannato. ” (Mc. 16,15) – “ Andate
dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del
Figlio e dello Spirito santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che
vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del
mondo". (Mt. 28,19) – “Ed ecco un tale gli si avvicinò e gli disse:
"Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita
eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è
buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i
comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose:
"Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il
falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te
stesso". (Mt. 19,16) – “O non sapete che gli ingiusti non
erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, né
ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno
di Dio. (1 Cor. 6,9) – “Ma per i vili e
gl'increduli, gli abietti e gli omicidi, gl'immorali, i fattucchieri, gli idolàtri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno
ardente di fuoco e di zolfo. È questa la seconda morte". (Ap. 21,8) – “Lo stolto pensa: "Non c'è
Dio".” (Sal. 14,1) – “E in questo sta l'amore:
nel camminare secondo i suoi comandamenti. Questo è il comandamento che avete
appreso fin dal principio; camminate in esso. Poiché molti sono i
seduttori che sono apparsi nel mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella
carne. Ecco il seduttore e l'anticristo! Fate attenzione a voi stessi,
perché non abbiate a perdere quello che avete conseguito, ma possiate ricevere
una ricompensa piena. Chi va oltre e non si attiene alla dottrina del
Cristo, non possiede Dio. Chi si attiene alla dottrina, possiede il Padre e il
Figlio. Se qualcuno viene a voi e non porta questo insegnamento, non
ricevetelo in casa e non salutatelo; poiché chi lo saluta partecipa alle
sue opere perverse.” (2 Gv.) – “Mi meraviglio
che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate
ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n'è un altro; solo che vi
sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di
Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un
vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L'abbiamo
già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello
che avete ricevuto, sia anàtema!
Infatti, è forse il favore degli uomini che
intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere
agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di
Cristo! “ (Gal. 1,6) – “Uno solo, infatti, è Dio
e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha
dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei
tempi stabiliti..” (1 Tm 2,5) ecc.
Alla luce
di quanto sopra esposto diventano maggiormente comprensibili i messaggi che la
Madonna da Medjugorje sta donando a tutta l’umanità: preghiera incessante alla
Santissima Trinità -soprattutto il
Rosario-, partecipazione alla Santa Messa, confessione, adorazione Eucaristica
e della Croce, digiuno, lettura quotidiana della Bibbia, diffusione dei suoi
messaggi.