La
preghiera del silenzio di papa Bergoglio
Ormai
non si tratta più di un caso isolato, di una rondine che non fa primavera, ma
di una costante di papa Bergoglio. In piazza S.
Pietro invita a pregare in silenzio la folla osannante e, di conseguenza (altrimenti
non si comprenderebbe la disparità), quanti lo ascoltano tramite i mass media
ed i mezzi tecnologici. Questo invito lascia stupefatti in quanto non ha
riscontro nei duemila anni precedenti. Che si siano tutti sbagliati? Potrebbe
chiedersi qualcuno. Ovviamente la risposta la troviamo nell’eterna Parola di
Dio (cioè la Bibbia). Nella medesima non risulta, salvo errore, un invito alla preghiera del silenzio. I salmi
(preghiera ufficiale della Chiesa) venivano addirittura cantati. I salmi,
inoltre, trasudano di invocazioni e grida al Signore. Gesù insegna ai discepoli
la preghiera del Padre Nostro, ma non li invita a pregarla in silenzio in
occasione della recita comunitaria. “Proprio
per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche
con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito
per la sua pietà” (Eb. 5,7).
Se la Sacra Scrittura e la tradizione
bimillenaria della chiesa ci insegnano a pregare con viva voce (provate ad
immaginare il risultato se durante la celebrazione della messa o in occasione
della recita del Rosario o dei vespri i fedeli pregassero sempre in silenzio)
quando i fedeli sono riuniti, come mai papa Bergoglio
insiste nel suo stravagante invito? La prima risposta potrebbe essere la seguente.
Se invitasse alla recita comunitaria urbi et orbi del Padre Nostro (preghiera
insegnata da Gesù stesso, che contiene anche la supplica a liberarci dal
maligno), come reagirebbero i benpensanti ed i rappresentanti delle altre
religioni? Non potrebbero certo unirsi a pregare per la pace, occasione a cui
ha fatto seguito una sanguinosa guerra! Del resto per ottenere la pace è
necessario pregare il Signore della pace, Gesù Cristo, soprattutto con la
preghiera che Lui ci ha insegnato ab eterno. La seconda potrebbe essere la
conseguenza del suo invito (diversamente da quanto previsto nel Vangelo “Gesù disse loro: - Andate in tutto il mondo
e predicate il vangelo ad ogni creatura” - Mc. 16,1) “ a non fare proseliti”. Programma subito adottato da molti prelati e
da molti cosiddetti cattolici, a differenza dei musulmani, dei buddisti (basti pensare a famosi attori
che proclamano ai quattro venti d’essere
buddisti) e dei satanisti che invece si adoperano in mille modi per fare
proseliti.