Lettera aperta

PREG.MO

MINISTRO LUIGI BERLINGUER

Fax 06 58492006

Brescia, 12 agosto 1999

Oggetto: "Basta con il catechismo nelle scuole statali"

Il quotidiano "Il giornale" del 12 agosto 1999 ha riportato una Sua intervista nella quale, stando al Giornale, Lei ha affermato: "...Io sono del parere che a scuola si debba fare cultura non catechesi. Naturalmente si deve parlare di religione nello spirito della scuola. E infatti io credo che moltissimi insegnanti di religione già facciano così. Oggi sarebbe giusto che tutto il problema tra laicità, religione e insegnamento fosse affrontato con distacco sia per la scuola non statale, che ha un progetto educativo forte sia per quanto riguarda l’insegnamento di religione nella scuola statale...".

Tale affermazione ci sgomenta per le seguenti ragioni:

  1. l’insegnamento della religione cattolica a scuola è disciplinato dal Concordato, liberamente sottoscritto dallo Stato italiano e dalla Chiesa Cattolica, il quale prevede l’assoluta libertà di scegliere o meno l’insegnamento medesimo. Quindi chi non vuole aderirvi può farlo in assoluta autonomia. Le ricordiamo, invece, che altre ideologie avevano chiesto d’imporre obbligatoriamente l’insegnamento dell’educazione sessuale scolastica "secondo coscienza". Ed a tale proposito La invitiamo a leggere, per un maggior approfondimento del tema, il libro "L’educazione sessuale scolastica" di Carlo Alberto Agnoli (magistrato e storico) - ed. Civiltà, tel. e fax 030 3700003;
  2. come Lei stesso sembra riconoscere nella Sua affermazione, pochi insegnanti ormai insegnano "la religione cattolica" (suscitando le legittime perplessità di alcuni genitori e studenti che forse meditano di abbandonare tale insegnamento scolastico per evitare di disimparare quanto appreso) che, secondo noi, viene trascurata tradendo lo spirito del Concordato, a favore di una sociologia intrisa di buonismo e di filosofia; figlia di un’ideologia ben distante dalla vera religione cattolica! Di conseguenza noi chiediamo, caro ministro, che sia invece rispettato quanto la legge prevede (dura lex sed lex) a tale proposito e che vengano, di conseguenza, richiamati quegli insegnanti che la violano! Siamo infatti, in molti campi, in pieno permissivismo, ma comunque la "scuola educatrice" ha l’obbligo di educare anche alla legalità!
  3. Infine non siamo assolutamente d’accordo sull’espressione "......cultura e non catechesi...". Potremmo discutere all’infinito sul termine cultura. La Sacra Scrittura che, tramite il Nuovo Testamento, ha partorito la religione cattolica è, per noi, una fonte inesauribile di cultura sociale, politica, economica, storica, solidaristica, di giustizia, di comportamento ecc. che noi, democraticamente, opponiamo alla "cultura di questo mondo". Siamo quindi infastiditi da chi pretende d’imporre la propria cultura, soprattutto se desidera dettare le regole di come debba essere condotto un insegnamento riservato alla libera adesione. E’ più forte di noi la tentazione di ricordare tristi esperienze di forzato indottrinamento che anche scrittori dell’Est hanno denunciato al mondo. Sul sito della nostra associazione nel link "bibliografia" abbiamo elencato numerose opere che descrivono come agisce e cosa comporta una "certa cultura di questo mondo".

Distinti saluti.

Il presidente

Dr. Arrigo Muscio