Fuori dal buio Quanti contestano il Papa e la Chiesa in generale riguardo
alla condanna dei comportamenti gay dimenticano, ignorano oppure fingono di
non sapere quanto segue. La condanna del peccato di omosessualità è riportata in
diversi passi della Sacra Scrittura, cioè della Bibbia (è meglio chiarire
data l’ignoranza e la malafede imperanti). La Parola di Dio condanna infatti
il peccato, ma costantemente invita anche alla conversione che rimane sempre
una libera scelta. Chi desidera disobbedire all’eterna Parola di Dio o
preferisce servire satana fino alla fine della sua vita può liberamente agire
in tal senso, scegliendo di fargli compagnia all’inferno per l’eternità. La Chiesa ha il dovere inderogabile di predicare la Parola
di Dio, cioè la Bibbia (repetita iuvant), non la sociologia o le teorie massoniche
penetrate anche in molti ambienti ecclesiastici. La Chiesa, in sintonia con
la Sacra Scrittura, non può essere impositiva ma propositiva. Prendersela quindi con il Papa o con altri membri della
Chiesa (pochi) che ricordano i moniti scritturali non ha alcun senso. Ciò premesso se qualcuno comunque volesse insistere nel
criticare o offendere il Papa e la Chiesa è caldamente invitato a leggere con
attenzione sia il libro “Ero gay – a Medjugorje sono diventato un altro” –
ed. Piemme (scritto da Luca Di Tolve, un ex attivista gay fattivamente
impegnato, prima della conversione, anche ad organizzare crociere per gay)
sia l’autobiografia “Fuori dal buio – La mia vita con un padre gay” di Dawn Stefanowicz – ed. Ares.
Autobiografie che i politici, gli intellettuali ed i “libertari” dovrebbero
conoscere. Fuori dal buio riporta la prefazione di Gerard van den Aardweg (laurea e dottorato in Psicologia
all’Università di Amsterdam, ha insegnato in Università del Brasile ed è
attualmente cattedratico di Psicologia presso l’istituto per il Matrimonio e
la famiglia Medo, in Olanda. Ha tenuto vari cicli di conferenze in Europa e
negli Usa e ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche sulle due
sponde dell’Atlantico. Specializzato nella terapia dell’omosessualità,
esercita psicoterapia ad Aerdenhout, in Olanda).
Non si tratta quindi di un “retrivo” italiano, termine utilizzato dai gay e
dai loro fiancheggiatori massmediatici nei confronti di chi osa criticare le
loro opinioni. Il prof. Gerard van den Aardweg scrive
nella sua prefazione “Queste pagine portano in luce in prima persona la
vicenda, tanto commovente quanto illuminante, di una donna canadese allevata
da un padre che conduceva uno stile di vita “gay”, promiscuo e distruttivo. Dawn Stefanowicz, oggi
cinquantenne, sposata e con figli, richiama l’attenzione del pubblico sulla
triste condizione dei numerosi bambini, incapaci di parlare in propria
difesa, che si ritrovano a dover vivere con uno o due genitori sessualmente
attivi come omosessuali…. Un vissuto che io stesso ho, purtroppo, avuto modo
di riscontrare in tanti anni di attività professionale e che mi porta a
mettere in guardia da una nuova, inaudita forma di abuso sui minori, legalizzata
e promossa dagli Stati che hanno abbracciato un’ideologia del tutto falsa,
per la quale ogni tipo di vissuto e ogni forma di convivenza vengono
considerati leciti ed equivalenti, con la conseguenza, fra le altre, che si equiparano
rapporti omosessuali ed eterosessuali. Tale ideologia è ostile ai bambini da
diversi punti di vista, in quanto calpesta il diritto di ogni bambino ad
avere un padre e una madre…..I bambini vengono ciecamente sacrificati dagli
ideologi “gay” e “gender” e dai loro corrivi intellettuali e seguaci
politici. Non c’è giustizia né compassione per questi piccoli, che devono
semplicemente adattarsi alla loro situazione e reprimere il loro naturale
desiderio di avere un padre e una madre nel rispetto della differenziazione e
complementarietà dei due unici generi che li hanno chiamati alla vita…Forse
la più grave violazione del diritto naturale dei bambini ad avere un padre e
una madre è l’adozione da parte di coppie omosessuali….Senza dubbio Dawn Stefanowicz non ce
l’avrebbe fatta se non si fosse rivolta a Dio e non avesse cominciato a
vivere cristianamente, e se non avesse perdonato suo padre. Il fattore
religioso è stato fondamentale nella sua ripresa. Anche in questa prospettiva
mi sono ritrovato pienamente: l’esperienza mi ha mostrato che è solo
attraverso l’affidamento a Dio, e al tipo di vita che ciò comporta, che chi è
stato gravemente danneggiato nella psiche può trovare le risorse per una
sufficiente rigenerazione…”. Anche in questa autobiografia come in quella di Luca Di Tolve
viene segnalato l’intervento diabolico, intervento che conferma quanto
dichiarò il diavolo in un esorcismo “Sono
aiutato da quelli d’oltre cortina! Gli omosessuali!” |
Arrigo Muscio |