FEMMINISMO

Un amico mi ha chiesto di esprimere un'opinione sul femminismo. Ho riportato quindi un estratto di quanto pubblicato al riguardo sul mio libro "La santa famiglia", rinviando alla lettura del medesimo gli eventuali interessati ad un approfondimento sul tema generale della famiglia.

"[8]Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele (1 Timoteo 5,8).

Poichè il femminismo oggi è ancora di moda e "subdolamente" cerca di sgretolare la famiglia cristiana, imponendo quanto contrario agli insegnamenti della Santa Scrittura, riporterò qualche considerazione molto documentata al riguardo.

"Ma siccome il tema è, oggigiorno, ancor più di attualità, perchè lo si presenta, con sempre maggior insistenza, come progresso, come sviluppo storico della nostra società, mentre - in realtà- non è nè moderno, nè liberamente voluto dalle donne, ma è semplicemente un avverarsi di un piano massonico, concepito e voluto come disgregazione della famiglia cristiana, attraverso, appunto la degradazione della donna. Non ci sarà difficile dimostrarlo. Marie Denis, in "Naissance de la femme", numero speciale della "Revue Nouvelle" (gennaio 1974), ha scritto: "Le opzioni dei differenti "Movimenti Femministi", appaiono più o meno riformiste e rivoluzionarie".....E' chiaro, quindi, che il "femminismo", così come si presenta, è rivoluzionario; è una faccia, cioè, del comunismo, che è, appunto, Rivoluzione. "Noi chiamiamo "comunismo" - ha scritto, infatti, Marx - il movimento effettivo che sopprimerà la situazione presente" (1).

Prima però di proseguire, e per meglio comprendere i piani del femminismo, riporterò quanto l'eterna Parola di Dio (anche se vi è qualcuno che tende a modernizzare e quindi, diabolicamente, a contraddire tali eterne Parole -Galati 1,8 seg.-) dice in riferimento alla famiglia.

[3]Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l'uomo, e capo di Cristo è Dio.

[4]Ogni uomo che prega o profetizza con il capo coperto, manca di riguardo al proprio capo.

[5]Ma ogni donna che prega o profetizza senza velo sul capo, manca di riguardo al proprio capo, poiché è lo stesso che se fosse rasata.

[6]Se dunque una donna non vuol mettersi il velo(2), si tagli anche i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra.

[7]L'uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell'uomo.

[8]E infatti non l'uomo deriva dalla donna, ma la donna dall'uomo;

[9]né l'uomo fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo.

[10]Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza a motivo degli angeli.

[11]Tuttavia, nel Signore, né la donna è senza l'uomo, né l'uomo è senza la donna;

[12]come infatti la donna deriva dall'uomo, così l'uomo ha vita dalla donna; tutto poi proviene da Dio (1 Corinzi 11,1 seg.).

[21]Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto.

[22]Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.

[23]Allora l'uomo disse:

"Questa volta essa

è carne dalla mia carne

e osso dalle mie ossa.

La si chiamerà donna

perché dall'uomo è stata tolta".

[24]Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne (Genesi 2,21).

[1]Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati

[2]considerando la vostra condotta casta e rispettosa.

[3]Il vostro ornamento non sia quello esteriore - capelli intrecciati, collane d'oro, sfoggio di vestiti -;

[4]cercate piuttosto di adornare l'interno del vostro cuore con un'anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio.

[5]Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti,

[6]come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.

[7]E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere (1 Pietro 3,1).

 

[22]Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore;

[23]il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo.

[24]E come la Chiesa sta sottomessa a Cristo, così anche le mogli siano soggette ai loro mariti in tutto.

[25]E voi, mariti, amate le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei,

[26]per renderla santa, purificandola per mezzo del lavacro dell'acqua accompagnato dalla parola,

[27]al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunchè di simile, ma santa e immacolata.

[28]Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso.

[29]Nessuno mai infatti ha preso in odio la propria carne; al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la Chiesa,

[30]poiché siamo membra del suo corpo.

[31]Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola.

[32]Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!

[33]Quindi anche voi, ciascuno da parte sua, ami la propria moglie come se stesso, e la donna sia rispettosa verso il marito (Efesini 5,22 seg.).

[18]Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore.

[19]Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse (Colossesi 3,18).

Naturalmente, come ripeto, satana cerca d'impedire, come sempre, l'osservanza della Parola di Dio mediante gli strumenti delle tenebre.

"...Il femminismo, perciò, è di marca rivoluzionaria, preparato nel segreto delle Logge Massoniche, come lo è stata la Rivoluzione comunista. Il framassone Fernad Cocq, Gran Maestro Nazionale aggiunto del Grand Orient (G.O.) del Belgio, già nel 1900, al "Congresso massonico internazionale", proclamava la necessità di "convertire e di guadagnare la donna" alle idee della Massoneria, al fine di "creare", così, dei nuclei massonici, sganciati dalle superstizioni e dalle mistificazioni religiose". L'assemblea rimise "allo studio delle Logge" la ricerca dei "mezzi" più efficaci per stabilire l'influenza delle idee massoniche sulle donne, tentando di sottrarle all'influenza dei preti, e creare alcune istituzioni atte a raggiungere questi scopi".

Il movimento femminista, quindi, non fu spontaneo; anzi! La stessa Massoneria riconobbe la difficoltà di inquadrare la donna su tale cammino e strapparla alla famiglia.

I "testi" ad hoc sarebbero innumerevoli, proprio di casa massonica. Come innumerevoli sono i "lavori" loro, in tema ed in favore del femminismo...La Massoneria è da cento venti anni che lavora in questo senso: emancipare la donna; dare la parità alla donna; strappare la donna dalla casa e immetterla nella società, a pieni diritti. ...il femminismo, perciò, è una costante di tutti i programmi massonici...

Il framassone Prunier diceva: "La Framassoneria conosce l'influenza sociale che la donna esercita in qualità di sposa e madre; per questo vuole fare di essa uno strumento docile e potente per la diffusione delle idee massoniche"...

Anche il framassone Lantoine ebbe a dire: "Il Cattolicesimo si serve della donna per educare il fanciullo e, spesso, anche il marito; dunque, accaparrandoci noi la sposa, la sorella o la madre, noi controbilanceremo la potenza del prete sul cervello e sull'avvenire del fanciullo"...

Nel 1883, il "Bollettino Massonico Francese" riportava un discorso, tenuto nella Gran Loggia di Parigi dal massone Galopin, che disse così: "Bisogna che la donna e pel cuore e per la morte appartenga del tutto a noi Massoni. Dunque: non più Battesimo, non più Confessione, non più Comunione, non più Matrimonio religioso, non più Acqua Santa all'ora della morte".

Il "Femminismo", quindi, non è solo un'arma massonica, ma è anche un'arma marxista.

Una dichiarazione del Congresso della Federazione Comunista del 16 novembre 1924, a Parigi, (citata in R.I.S.S., n. 40, ottobre 1925) dice:

1) "Perchè la Rivoluzione riesca, ci occorre la donna. Gli uomini soli non possono fare la Rivoluzione; o se la faranno, non la potranno mantenere".

2) "La famiglia è un'istituzione borghese, inventata dalla Chiesa...Bisogna distruggerla. Per avere la donna bisogna farla uscire di casa (3)".

3) "In casa, essa è la schiava domestica...assoggettata al lavoro avvilente del ménage, della maternità...Essa è impastoiata dai bambini da nutrire, da educare...sommersa in tradizioni familiari imbecilli..."

Nel "Rapporto" presentato il 25-26 novembre 1963, a una riunione della Commissione ideologica del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica", al cap. IV,( dal titolo: "Bisogna lottare contro la fede sul suo stesso terreno"), al n. 35 si legge: "Che nella società sovietica la famiglia sia una cellula di educazione comunista o un rifugio di nozioni scadute, di costumi, di moralità e di pregiudizi superati, ciò non può lasciarci affatto indifferenti". Cioè: la famiglia deve cessare d'essere cristiana (perchè superata!) per diventare comunista"....Ed al cap. V (dal titolo: "Metodi e mezzi dell'ateismo militante"), al n. 48 leggiamo:

"...Ecco lo scopo principale da raggiungere: trascinare la donna nel lavoro produttivo, comune; strapparla al lavoro di casa; liberarla dalla sottomissione umiliante e avvilente verso il marito; liberarla dal trovarsi esclusivamente ed esternamente occupata nella cucina e tra le cure dei figli" (Tutto il contrario di quanto voluto da Dio! NDA).

"Nella società comunista, il soddisfacimento dei propri desideri sessuali e di amore, sarà semplice e privo di importanza, come il bere un bicchiere d'acqua..."(4)

E questa "rivoluzione" eretica, di cui ci preavvisò la Madonna a Fatima e che sta ancora inquinando la nostra società, ha "liberato" la donna dal marito e dalla casa e l'ha resa schiava dello Stato, della pubblicità (5), del carrierismo, dell'impudicizia. L'ha cioè sottomessa alla Bestia! (Apocalisse 13,1 seg.).

E mentre il Signore ha stabilito che la moglie sia obbediente al marito (per quanto ovviamente non in contrasto con la Parola divina), satana è riuscito, a causa del nostro peccato, a far sì che una moglie possa, addirittura legalmente, abortire senza il consenso del marito o contro la sua volontà: cioè che possa uccidere un figlio, tale anche per un padre.

Naturalmente l'eresia che ha inquinato la famiglia perdura ancora, anche se con motivazioni diverse. Per accorgerci della strategia che si nasconde dietro a certo femminismo, è sufficiente pensare al partime (lavoro a tempo parziale): l'ideale per molte donne che desiderano conciliare l'attività economica con le esigenze familiari. Ben difficilmente, invece, le femministe e/o i coordinamenti femminili si attivano per richiederlo come diritto della lavoratrice. In Italia, nel momento in cui scrivo, anche per legge, lo si concede solo con discrezione da parte dei datori di lavoro ed entro risibili percentuali (al di sotto del 10%), e quindi chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori. Perchè le femministe ed i vari coordinamenti femminili non s'impegnano, come purtroppo per l'aborto, per ottenere questo diritto?. La risposta la si ricava facilmente da quanto prima riportato, la cui sintesi è: "La donna va impegnata il più possibile fuori di casa!"-"Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete..." (Matteo 7,15)

Impegnando una mamma fuori di casa per molto tempo, ben difficilmente si può verificare la situazione (voluta da Dio per tutti!) descritta da Mons. Antonio Riboldi (12): "Credo proprio un dono di Dio che la mia mamma viva ancora per starmi vicina. E così, ancora di più, la Madonna, Maria Santissima: una mamma che conosce bene il cuore del Padre celeste e che ha saputo incarnare l'amore di questo Padre; sa ancor oggi parlare a Lui; soprattutto vuole sino in fondo svolgere il suo ruolo di madre per ciascuno di noi. Alle volte, quando la prego o quando, più che pregarla, parlo sommessamente con lei come con la mia mamma, mi pare che mi chiami per nome: "Antonio!" e non c'è bisogno d'altro per essere forti nel pericolo, lontani dal male e per camminare sulla scia della santità.

Per questo tutti i santi ebbero per Maria Santissima un amore grandissimo e son anche santi perchè si fecero riempire della sua pietà e tenerezza.

Ho detto questo ai giovani oggi perchè tornino a gettarsi nelle braccia delle mamme: perchè si facciano riempire della tenerezza di Maria Santissima, la nostra dolcissima mamma, che continua a chiamarci per nome e forse non la sentiamo, perdendoci".

L'importanza di una madre cristiana è testimoniata dal Prof. Zampetti nel suo libro "Il Vangelo di mia mamma" (Ed. Rusconi), la cui lettura consiglio a tutte le mamme.

  1. Chiesa Viva - dicembre 1987 - pag. 6
  2. L'apostolo chiarisce meglio nel passo 1 Corinzi 11,14 che "....la chioma le è stata data a guisa di velo".
  3. E dopo "questa rivoluzione", una recente statistica francese (Istituto BVA) riporta che "48 lavoratrici su 100 preferiscono di gran lunga le pulizie domestiche e i pannolini al lavoro in fabbrica ed in ufficio. "Vivo continuamente sotto pressione, dal momento in cui mi alzo la mattina fino a sera. Quando finalmente arrivo a casa, non desidero che una cosa: andare a letto": è la mesta ammissione di una delle "fortunate" donne francesi che dividono la loro vita tra lavoro e famiglia...Risultato: le lavoratrici con figli sono due volte più stressate di una collega celibe...Le donne francesi, tra le prime in Europa a rivendicare il "diritto al lavoro e al successo", non ne possono più di una simile galera". - Avvenire 10/12/1993 - pag. 15
  4. La donna oggi - Luigi Villa - Rivista "Chiesa Viva" - gennaio 1988
  5. Secondo Mons. Meija (vice presidente del Consiglio della giustizia e della pace): "Non è possibile immaginare qualcosa che sia più radicalmente e direttamente in opposizione alla affermazione della uguaglianza tra donne e uomini. Da un lato tale uguaglianza è solennemente proclamata, mentre dall'altro lato la pornografia è permessa o almeno tollerata nelle stesse società e nell'uso dei mezzi di comunicazione pubblici. La pornografia e l'uso pubblicitario dei corpi femminili come oggetto sono un aspetto della violenza sessuale contro le donne. Tale violenza sessuale ha una radice ben precisa sia nelle società sviluppate che in quelle arretrate e deriva dalla convinzione, spesso inespressa, che le donne non sono uguali agli uomini e che perciò è normale per gli uomini "sottomettere le donne alla loro volontà o servirsene per il proprio piacere". Giornale di Brescia - 27/10/1993
  6. Tu va e non fermarti mai! - Ed. Carroccio - Vigodarzere (Padova) - pag. 54

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