La bergogliana “Coena Domini”
Anche quest'anno Bergoglio ha celebrato la “Coena Domini” in un carcere dove ha lavato i piedi ai detenuti, tra i quali tre donne ed un islamico che, dicono, riceverà il battesimo in giugno http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2017/04/13/lavanda-dei-piedi-il-papa-tra-i-detenuti-di-paliano-foto_c1cf267a-765b-4465-85d4-6787ed5d1531.html . Ma ciò vale solo per i creduloni, dato che nel momento della lavanda dei piedi è un islamico (quindi non un discepolo di Cristo!). Poi, se veramente diventerà cristiano chi lo saprà? Riguardo alla lavanda dei piedi al di fuori della tradizione bimillenaria della Chiesa e, soprattutto, dal contesto in cui Gesù l’ha istituita ho già espresso la mia modesta opinione in http://www.genitoricattolici.org/news/lavanda%20dei%20piedi.htm
Qualcuno potrebbe pensare che possa trattarsi di una fissazione senile di Bergoglio ma, in realtà, leggendo i libri “L’impostura Bergogliana” di Miles Christi https://www.amazon.fr/Limpostura-bergogliana-I-CRONACHE-EMPIO/dp/2816203638/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1492269249&sr=8-1&keywords=l%27impostura+bergogliana , l’altrettanto valido libro “266” del vaticanista Aldo Maria Valli https://www.amazon.it/266-Jorge-Mario-Bergoglio-Franciscus/dp/8898094388/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1492269330&sr=8-1&keywords=aldo+maria+valli e quelli scritti da Antonio Socci “Non è Francesco e la Profezia finale” si comprende che il comportamento di Bergoglio obbedisce ad una ben precisa strategia: uscire dagli insegnamenti di Cristo e dal magistero costante della Chiesa.
La coena domini bergogliana, celebrata ripetutamente al di fuori della cerchia dei discepoli di Cristo e senza alcuna accentuazione dello scopo prioritario della medesima (l’istituzione dell’Eucarestia), ha posto sotto i riflettori mass mediatici (golosi di quanto esce dal quadro biblico ed ecclesiastico) il quasi esclusivo aspetto della lavanda dei piedi anche a quanti non sono discepoli, con relativo bacio ai piedi dei medesimi (gesto che Gesù non ha compiuto neppure nei confronti dei discepoli!!!). Per meglio comprendere l’esatto significato della coena Domini ho riportato quanto S. Giovanni Paolo II ha scritto nel solco della bimillenaria tradizione della chiesa. Un abisso!!!!
SANTA
MESSA IN COENA DOMINI
OMELIA
DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
Giovedì
Santo, 20 aprile 2000
1. "Ho
desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia
passione" (Lc 22, 15).
Cristo fa conoscere, con queste parole, il significato profetico
della Cena pasquale, che sta per celebrare con i discepoli nel Cenacolo di
Gerusalemme.
Con la prima lettura, tratta dal Libro dell'Esodo, la Liturgia ha
posto in luce come la Pasqua di Gesù si inscriva nel contesto di quella
dell'Antica Alleanza. Con essa gli Israeliti facevano memoria della cena
consumata dai loro padri, al momento dell'esodo dall'Egitto, della liberazione
dalla schiavitù. Il testo sacro prescriveva che un po' del sangue dell'agnello
fosse posto sui due stipiti e sull'architrave delle case. Ed aggiungeva come
andava mangiato l'agnello, e cioè: "con i fianchi cinti, i sandali ai
piedi, il bastone in mano... in fretta... In quella notte io passerò per il
paese d'Egitto e colpirò ogni primogenito... Il sangue sulle vostre case sarà
il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà
per voi flagello di sterminio" (Es 12,11-13).
Il sangue dell'agnello ottenne ai figli e alle figlie d'Israele la
liberazione dalla schiavitù d'Egitto, sotto la guida di Mosè. Il ricordo di un
evento così straordinario diventò occasione di festa per il popolo,
riconoscente al Signore per la libertà riacquistata, dono divino ed impegno
umano sempre attuale: "Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo
celebrerete come festa del Signore" (ibid., 12, 14). E' la Pasqua del Signore! La Pasqua dell'Antica Alleanza!
2. "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con
voi, prima della mia passione" (Lc 22, 15). Nel Cenacolo, Cristo,
obbediente alle prescrizioni dell'Antica Alleanza, consuma la cena pasquale con
gli Apostoli, ma riempie questo rito di un nuovo contenuto. Abbiamo ascoltato
come san Paolo ne parla nella seconda lettura, tratta dalla prima Lettera ai
Corinzi. In questo testo, ritenuto la più antica descrizione della Cena del
Signore, viene ricordato che Gesù, "nella notte in cui veniva tradito,
prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio
corpo, che è [dato] per voi; fate questo in memoria di me»". Ugualmente,
alla fine della Cena, preso il calice, aggiunse: «Questo calice è la Nuova
Alleanza nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete, in memoria di
me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice,
voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (cfr 1 Cor 11,
23-26).
Parole solenni nelle quali è consegnata per i secoli la memoria
dell'istituzione dell'Eucaristia. Ogni anno, in questo giorno, le ricordiamo
tornando spiritualmente nel Cenacolo. Con emozione particolare le rivivo questa
sera, perché conservo negli occhi e nel cuore le immagini del Cenacolo, dove ho
avuto la gioia di celebrare l'Eucaristia, in occasione del recente
pellegrinaggio giubilare in Terra Santa. L'emozione si fa ancor più forte,
perché quest'anno è l'anno del Giubileo bimillenario dell'Incarnazione. In
questa prospettiva, la celebrazione che stiamo vivendo acquista una profondità
particolare. Nel Cenacolo, infatti, Gesù colmò di nuovo contenuto le antiche
tradizioni ed anticipò gli eventi del giorno successivo, quando il suo Corpo,
corpo immacolato dell'Agnello di Dio, sarebbe stato immolato e
il suo Sangue versato per la redenzione del mondo. L'Incarnazione era avvenuta
in vista proprio di questo evento, in vista della Pasqua di Cristo, della
Pasqua della Nuova Alleanza!
3. "Ogni volta... che mangiate di questo pane e bevete di
questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga" (1
Cor 11,
26). L'Apostolo ci esorta a far costante memoria di questo mistero. Al tempo
stesso, ci invita a vivere ogni giorno la nostra missione di testimoni e di
annunciatori dell'amore del Crocifisso, nell'attesa del suo ritorno glorioso.
Ma come far memoria di quest'evento salvifico? Come vivere
nell'attesa che Cristo ritorni? Prima di istituire il Sacramento del suo Corpo
e del suo Sangue, Cristo curvo ed inginocchiato, nell'atteggiamento dello
schiavo, lava nel Cenacolo i piedi ai discepoli. Lo rivediamo mentre compie
questo atto, che nella cultura ebraica è proprio dei servi e delle persone più
umili della famiglia. Pietro dapprima si rifiuta, ma il Maestro lo convince, ed
anche lui si lascia infine lavare i piedi insieme agli altri discepoli. Subito
dopo, però, indossate le vesti e sedutosi nuovamente a tavola, Gesù spiega il
senso di questo suo gesto: "Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene,
perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri
piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri" (Gv 13,
12-14). Sono parole che, legando il mistero eucaristico al servizio dell'amore,
possono essere considerate propedeutiche all'istituzione del Sacerdozio
ministeriale.
Con l'istituzione dell'Eucaristia Gesù comunica agli Apostoli la
partecipazione ministeriale al suo sacerdozio, il sacerdozio dell'Alleanza
nuova ed eterna, in virtù della quale Lui, e solo Lui, è sempre e dappertutto
artefice e ministro dell'Eucaristia. Gli Apostoli sono resi, a loro volta,
ministri di questo eccelso mistero della fede, destinato a perpetuarsi sino
alla fine del mondo. Sono resi contemporaneamente servitori di tutti coloro che
avranno parte a così grande dono e mistero.
L'Eucaristia, il sommo Sacramento della Chiesa, è congiunta al
sacerdozio ministeriale, nato anch'esso nel Cenacolo, come dono del grande
amore di colui che "sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo
mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla
fine" (Gv 13, 1).
L'Eucaristia, il sacerdozio ed il nuovo comandamento dell'amore! E' questo il memoriale vivo che contempliamo nel Giovedì
Santo.
"Fate questo in memoria di me": ecco la Pasqua della
Chiesa! La nostra Pasqua!